Death of the Reprobate, Recensione: Joe Richardson torna con la sua nuova follia

Ecco la nostra recensione di Death of the Reprobate, il terzo (e ultimo?) titolo del The Immortal John Triptych, che comprende anche Four Last Things e The Procession to Calvary.

Gianluigi Crescenzi
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Gianluigi Crescenzi
Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto...
- Deputy Editor
Recensioni
Lettura da 7 minuti
8.2 Ottimo
Death of the Reprobate

Quando non avevi previsto un sequel, ma ti viene richiesto a gran voce. Quando hai una comicità inglese intelligente e sbarazzina pari a quella dei Monty Python. Quando dalle opere d’arte riesci a tirare fuori altre opere d’arte… di tutt’altro genere. Joe Richardson con Death of the Reprobate ci porta il terzo capitolo di quella che all’effettivo è diventata una trilogia, iniziata nel 2017 con Four Last Things, e continuata in pompa magna con The Procession to Calvary nel 2020. Arriva quindi finalmente un titolo che sembra – e sottolineiamo “sembra”, nonostante il creatore voglia convincerci a tutti i costi che la strada ai sequel sia totalmente chiusa – vada a mettere la parola fine a tutte le vicende iniziate ai tempi col buon “Immortal John”. Ma questo Death of the Reprobate è stato all’altezza dei precedenti titoli? Lo scopriamo insieme in recensione.

Un figlio troppo cattivo

Immortal John sta per morire. Una frase che già di per sé è paradossale, e su cui anche il gioco scherzerà parecchio. Suo figlio reggente viene a sapere la notizia da un messaggero, mentre nel frattempo stava allegramente elargendo pene infernali a coloro che hanno “infranto la legge”… e anche a chi non l’ha fatto. Non poco contento della notizia, viaggia verso la casa dove Immortal John esalerà l’ultimo respiro da un momento all’altro, pronto ad ereditare il suo trono.

Nonostante sia però l’unico erede diretto, Immortal John ha tutt’altro che l’intenzione di lasciare tutto nelle mani di suo figlio, dato che lo reputa privo di qualsiasi virtù, nonché immeritevole in modo imbarazzante (a ben vedere), e irrimediabilmente (citando testuali parole) “una merda”. Nonostante ciò, egli convince il Re a dargli un’ultima possibilità di redenzione, proprio come capitò a lui anni prima. Se darà prova a John che c’è del buono anche in lui, e che nella vita si può cambiare, allora avrà il trono.

Qual è la sua missione? Compiere 7 buone azioni prima del calar del sole. «E come dovrei fa…» «IL SIGNORE TI GUIDERA’, ORA VATTENE!». Queste parole, insieme a centinaia di altre, saranno parte delle esilaranti gag che vedrete all’interno del gioco.

Death of the Reprobate
Ma.. ma quello è?

Quando l’universo ti mette alla prova

Il gameplay di Death of the Reprobate è esattamente come ce lo aspettavamo, ovvero lo stesso tipo di avventura grafica che abbiamo visto con i primi due giochi: oggetti da cercare e da raccogliere – di cui alcuni inutili – combinazioni surreali e improbabili, ma dannatamente ingegnose e azzeccate, e ovviamente enigmi da risolvere… anche solo per prenderci in giro. Gli scenari sono parecchi e tutti come sempre dinamici, ricreati fondendo tra di loro opere d’arte su opere d’arte. Chiaramente anche questa volta è presente il museo, dove ammirare tutti i dipinti rinascimentali utilizzati come base, partendo da John Everett Millais fino a Hieronymus Bosh.

Ovviamente dovremo aguzzare molto l’ingegno per capire come ottenere ciò di cui abbiamo bisogno, ma stavolta c’è anche un personaggio in particolare che ci potrà aiutare dandoci praticamente le soluzioni ai nostri problemi. Chiaramente parlare con lui più e più volte è facoltativo, e consigliamo di farlo solamente se ci si ritrova davvero senza alcun tipo di idee.

Cosa starà succedendo in questa particolare scena?

Ambizione di molti, forza di pochi

Quella che però rimane sempre la parte fondamentale dei giochi di Joe Richardson, è la comicità dissacrante ai limiti del blasfemo, che prende a piene mani dallo stile dei mai troppo amati Monty Python (dei quali lo stesso autore si è più volte dichiarato grandissimo fan e cultore). Un conto è provarci, e un conto è riuscirci: anche questa volta Richardson ha colto nel segno. Il titolo è divertente a livelli estremi, nonostante per capire tutte le sottigliezze e la comicità stessa, è necessaria una padronanza almeno discreta dell’inglese.

La sua capacità di interpretare a modo suo le immagini e riplasmarle e creare situazioni totalmente da zero è una capacità rara, soprattutto riuscendo poi ogni volta ad arrivare a un colpo di scena finale che fa venire da alzarsi ed applaudire.

A chiudere il cerchio c’è come sempre la musica classica: in ogni scenario ci sono uno o più musicisti che suonano determinati motivi, che è possibile scoprire semplicemente esaminando gli esecutori. Il comparto audio è senza dubbio la ciliegina sulla torta, che riesce a mettere ancora più agli antipodi determinate azioni che compiremo, e il sottofondo con cui lo facciamo.

Ok, ma anche calmo eh…

Quando il momento giunge…

Chiaramente non è rose e fiori per tutto quanto, e diciamo che oltre al fatto che l’inglese è una grossa discriminante per un certo numero di giocatori, c’è anche il fattore che il titolo (anche soprattutto agli aiuti che possiamo ottenere) può esaurirsi anche in meno di 4 ore. Questa è la tempistica che abbiamo impiegato, limitando al minimo i suggerimenti.

Diciamo anche che alcune soluzioni, nonostante sono già state trovate mentalmente, si rivelano più macchinose del previsto nell’applicazione, come ad esempio il dover utilizzare un oggetto in un punto non molto intuitivo dello scenario. Per fortuna comunque i punti attivi possono essere evidenziati, quindi con qualche prova si può alla fine sopperire al problema.

Una delle cose che più ci è piaciuta è il finale del titolo, che come ha ribadito (e ribadito, e ribadito…) l’autore, vuole essere il finale definitivo di quella che col tempo è diventata la “The Immortal John Triptych”. Stando a quello che abbiamo visto potrebbe esserci riuscito… Ma sarà davvero così? Difficile che il pubblico non ne voglia ancora… e anche noi.

Death of the Reprobate
Ottimo 8.2
Voto 8.2
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.