Dead Maze – Recensione del nuovo MMO Free-To-Play di Atelier 801

Marco Pulicanò
Di Marco Pulicanò Recensioni Lettura da 11 minuti
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Dead Maze

Il vostro Neidra ha un deja-vu nello scrivere questa recensione: vi ricordate quando tempo fa vi parlai di Secret World Legends, contento di aver trovato un titolo Multiplayer di Massa completo e intrigante? Ecco, la situazione è molto simile nel caso di Dead Maze, anche se i giochi sono di nature abbastanza diverse. Sviluppato e distribuito su Steam da Atelier 801, esso ci porterà in un classico mondo post-apocalittico, facendocelo però osservare in un modo abbastanza originale…Dead Maze

Andiamo con ordine dunque, cosa è Dead Maze? Un gioco MMO di sopravvivenza con visuale isometrica, a tema contemporaneo post-apocalittico. La trama è sempre la stessa che da troppi anni a questa parte ci viene riproposta: disastri naturali, un gene mutageno di origine sconosciuta infetta gli umani, le persone immuni al virus si riuniscono in gruppo per cercare di trovare una cura. E fin qui okey, niente di strano. Ma dove sta la vera particolarità che renderà quest’avventura VERAMENTE interessante e interattiva? Ancora una volta, e so che spesso mi ripeto, ciò che mi ha veramente colpito del gioco è stato il suo essere completo sotto quasi ogni punto di vista; qui mi riferisco in particolare a due elementi dell’opera: lo stile e il gameplay. Partendo dallo stile grafico, in quanto più breve come argomento (del gameplay ne parleremo dopo e NON POCO), esso si presenta come un 2D isometrico quasi cartoonesco, con dei disegni che ricordano uno stile Disneyano “più adulto” sia in gioco che nelle illustrazioni che compongono le cutscenes. A mio avviso questo stile non troppo complesso, bello alla vista e “acceso”, permette al gioco di scorrere meglio senza la necessità di animazioni troppo articolate o processi troppo artificiosi per compiere qualunque azione, rendendo il tutto molto fluido, semplice e gradevole alla vista.

Dead Maze

Torniamo dunque a noi, poiché è arrivato il momento di parlare di queste caratteristiche di gameplay che mi hanno tanto colpito. Sapete quando si dice che un gioco “è un insieme di elementi funzionanti di altri titoli” e situazioni simili? Bene, appurato che ciò non è un reato per quanto possa irritare alcuni, lo scopo di un gioco è da sempre quello di appassionare, far divertire e passare il tempo in modo gradevole. Dead Maze non prende direttamente da altri titoli, ma tenta di fondere in sé le caratteristiche di vari generi, plasmando un’opera che in più situazioni ci confonderà sul genere a cui appartiene. Le cutscenes e le fasi di esplorazione e dialogo sono concepite come un’avventura grafica, le meccaniche di crescita del personaggio e di combattimento come un classico MMORPG e il tutto unito a una componente survival non opprimente e divertente da gestire, molto semplificata. Tutto ciò può sembrare molto strano se letto così, ma vi giuro che più di una volta mi sono dimenticato se stessi giocando a The Sims o a un gioco di ruolo incentrato sugli zombi. So che la cosa fa ridere ma è così, e penso sia un bene, poiché ciò mostra come un titolo riesca a passare da una situazione all’altra in modo fluido e non marcato, facendoci accorgere a poco a poco di come in realtà le situazioni siano variate. Come molti di voi penso stiano pensando, è difficile riportare questo concetto in un paragrafo di testo, quando in realtà basterebbe giocare i primi 40 minuti di Dead Maze per capire come il gioco riesca a essere ottimo sotto i vari aspetti che caratterizzano il gameplay. Ma andiamo ad esplorare più da vicino ciò di cui stiamo parlando…

Dead Maze

Come in ogni survival, avremo dei requisiti da soddisfare per non porre fine alla nostra vita prima ancora che qualche infetto venga a far spuntino con le nostre carni. I tre indicatori sono Fame, Sete e Riposo, i quali verranno ripristinati ogni volta che mangeremo, berremo e ci riposeremo a un falò (no, Dark Souls per una volta non c’entra). Fin qui niente di nuovo, ma una cosa interessante che raramente si vede in certi giochi è per esempio la durabilità degli alimenti e delle bevande che reperiremo durante il nostro cammino, come accadeva per l’appunto in giochi come The Sims: se raccogliamo un panino e lo teniamo per troppo tempo nello zaino, può essere che dopo un po’ vada a male e che nutrendoci con esso non avremmo i risultati sperati, per così dire… Tutto ciò, a mio parere, ha contribuito nel coinvolgimento del giocatore all’interno dell’esperienza che Dead Maze ha da offrire; se negli altri survival trovavamo una bistecca e potevamo tenerla con noi fino al momento in cui ci sarebbe stata necessaria, qui dobbiamo preoccuparci anche che non vada a male e, visto che sguazziamo nel sangue di esseri in decomposizione ambulanti, ciò non è molto difficile. Dead Maze

Passando invece al lato più esplorativo e di combattimento, il gioco mi ha stupito per la grande libertà che offre negli spostamenti, ma soprattutto nelle interazioni con ciò che ci circonda: ogni singolo zainetto può contenere qualcosa, quasi ogni oggetto che compone l’ambiente di gioco può essere utilizzato e veramente pochi elementi sono fini a se stessi o sono lì per motivi puramente estetici. In particolare è stato per me bellissimo notare come tantissimi attrezzi di vita quotidiana o impensabili siano stati riadattati ad armi e possano esser usati come tali, come sgabelli, sedie pieghevoli, cerchioni di auto e chi più ne ha più ne metta… Insomma, se è possibile brandirlo e colpire, è una potenziale arma. E non finisce qui: ogni “arma” ha un effetto unico, ognuno differente da qualunque altro attrezzo utilizzabile per recar danno. Per esempio, la torcia ha una velocità di colpo abbastanza lenta, ma causa il 50% di danni da fuoco in un’area di 3 unità di fronte a noi anche a più nemici, e non sto qui a raccontarveli tutti poiché sono tantissimi, uno più bello dell’altro.Dead Maze

E se quel paletto non ci va di usarlo per picchiare zombi, che si fa? Lo buttiamo? Ma anche no! E qui arriviamo al discorso del crafting, sul quale si potrebbe scrivere un’enciclopedia, ma ve lo riassumerò in modo semplice ed efficace: vi ho già detto con quanti elementi e oggetti si può interagire, no? Bene, immaginate che il 90% di essi possono essere combinati per craftare altri oggetti. Sicuramente il crafting sia nei giochi di ruolo che nei survival è sempre un elemento importante che permette al giocatore di creare e personalizzare il proprio equipaggiamento per meglio adattarlo alle proprie necessità, e le possibilità che Dead Maze offre faranno contenti tutti gli appassionati dei due generi. Dead Maze

Per quel che riguarda invece l’equipaggiamento e la crescita del personaggio, il sistema è il classico da gioco di ruolo, dove si sale di livello con l’esperienza accumulata, si sbloccano nuove abilità e si ottiene mano a mano equipaggiamento nuovo e migliore, che contribuirà ad aumentare le nostre difese e caratteristiche con i vari potenziamenti. Riguardo all’equipaggiamento però devo fare un appunto: mentre giocavo, ho aperto il menù per potenziare l’equipaggiamento che avevo in dotazione e mi sono ritrovato la richiesta più strana che mi fosse mai capitata in un gioco “Devi essere registrato al sito di Dead Maze per poter utilizzare questa funzione”, con il link alla pagina direttamente nel messaggio di gioco. La cosa mi ha spiazzato, anche perché il gioco è disponibile al download su Steam, il quale si comporta sempre da intermediario nella gestione degli account di gioco, permettendo di usare il sistema di Valve invece di dover effettuare ogni volta mille registrazioni per ciascun gioco online.Dead Maze

In conclusione, Dead Maze è sicuramente un gioco che vale la pena avere sul proprio computer: una sessione da una mezz’oretta per rilassarsi la sera è perfetta, considerando che il gioco non è frenetico come molti altri MMO, permettendo quindi di affrontare quest’esperienza in tranquillità e divertendosi. Il reparto sonoro è ben curato, niente di eccezionale ma sicuramente funzionale al suo scopo e che ben si sposa col già trattato stile grafico. Una caratteristica veramente apprezzabile è sicuramente lo stile dei dialoghi che il gioco utilizza sia nelle cutscenes che nelle fasi di gameplay: il classico stile tamarro americano, pieno di battute, irriverenze ed esclamazioni colorite, che ricalcano anche i vari stereotipi ormai ben conosciuti grazie alla cinematografia statunitense. Anche per sta volta dal big Neidra è tutto, al prossimo Massive Multiplayer Online pieno di sorprese!

Dead Maze
8
Voto 8
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