Fin dalla sua primissima presentazione, Days Gone ha saputo spaccare violentemente l’utenza in due schieramenti ben distinti, tra fan in adorazione e giocatori terrorizzati. Per la creatura di Bend Studio non sembrano esservi mezze misure, le aspettative sono interamente centralizzate verso il successo clamoroso o il disastro più cocente. Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia mentre trailer e gameplay hanno continuato a fare la propria comparsa, senza però riuscire a metter d’accordo il popolo videoludico. Ad oggi, sono infatti ancora tanti i dubbi che ruotano intorno a quest’ambizioso open world post-apocalittico fatto di selvagge terre piene zeppe di fameliche creature pronte a sbranare qualsiasi malcapitato dovesse pararglisi innanzi. Al contempo, però, le tante interessanti meccaniche ludiche mostrate in questi ultimi mesi hanno contribuito a produrre alte aspettative su quello che sembra essere un prodotto carico di carisma, un’opera che attingendo a piene mani da molti genere differenti parrebbe voler offrire un’esperienza di grande livello. Con l’uscita del gioco che va facendosi sempre più vicina – si parla del 26 aprile 2019 –, il team di sviluppo ha deciso di portare avanti un vero e proprio tour mondiale dove, di settimana in settimana, molti paesi hanno ricevuto l’opportunità di poter toccare con mano quanto realizzato fino ad ora. Proprio nel corso di questi ultimi giorni, Days Gone ha fatto capolino anche a Milano, una ghiotta occasione che ovviamente non ci siamo lasciati sfuggire. Una volta raggiunto il luogo per l’incontro, ci siamo potuti godere una full-immersion del titolo dalla durata di oltre tre ore, una lunga cavalcata durante la quale abbiamo potuto testare approfonditamente molti degli elementi che andranno a caratterizzare il titolo nella sua versione finale. Se siete curiosi di scoprire quanto reale valore vi sia dietro la produzione di casa Bend Studio, non dovete far altro che continuare a leggere.
Insieme nell’apocalisse
La prova offertaci si è divisa in due fasi specifiche. In primis abbiamo potuto giocare la primissima ora del titolo, vivendone così tutto l’incipit narrativo. Senza entrare troppo nei dettagli, i primi secondi in-game ci lanciano subito nel vivo del disastro, mentre le città bruciano e gli infetti infestano oramai ogni luogo. Un veloce movimento di camera ed ecco inquadrato il nostro protagonista Deacon St. John il quale, insieme alla moglie Sarah e all’amico di scorribande Boozer, sta cercando la salvezza su di un elicottero militare. Il mezzo non può però permettersi di sorreggere troppo peso e, alla fine, Deacon e Boozer vengono lasciati indietro con la promessa di rincontrarsi alla base di contenimento e sicurezza adibita per proteggere i cittadini. Un secco salto di due anni ci lancia così in un contesto totalmente diverso, fatto di città in rovina, sopravvissuti alla disperata ricerca di cibo e terrificanti creature – denominate freakers – che vanno continuamente e inesorabilmente moltiplicandosi. In questa prima fase di tutorial pensata specificatamente per meglio comprendere le meccaniche ludiche, abbiamo anche potuto ricevere un piacevole assaggio della sceneggiatura, invero apparsaci decisamente più convincente di quanto inizialmente preventivato.
Per quanto la base su cui tutta l’esperienza poggia sia abbastanza classica, lì dove dovremo cercare di sopravvivere alla fine del mondo in un contesto dove vige la legge del più forte, ciò che ha saputo dare spessore al tutto si riassume proprio nei personaggi, ognuno dei quali è apparso ottimamente caratterizzato e diversificato. È ancora presto per dire quanto la sceneggiatura sia davvero intricata, ma per il momento non possiamo far altro che dirci molto interessati, vuoi per alcune succose rivelazioni fatte e chiaramente lasciate a metà, vuoi per un protagonista di spessore che già da ora appare davvero ben riuscito. Days Gone punta inoltre a offrire una narrativa dove il giocatore stesso dovrà prendere numerose decisioni morali potenzialmente capaci di trasformare totalmente il proseguo degli eventi. Fazioni potrebbero venir distrutte, profonde amicizie potrebbero irrimediabilmente incrinarsi, il potere che il team punta a lasciare nelle nostre mani dovrebbe permettere a ogni utente di dar forma a una storia unica e diversificata da tutte le altre, ma ciò potremo giudicarlo solo in sede di recensione. Qualche parola merita invece d’essere spesa per quanto riguarda la lore che andrà arricchendo le nostre ore in-game, un universo d’informazioni che però abbiamo potuto giusto scalfire timidamente durante la nostra prova, con un lavoro che già da ora appare più che soddisfacente tra clan, leggende, storie del passato e molto altro ancora.
Un mondo di possibilità
Una volta conclusa la prima ora abbondante di gioco, il titolo ci ha immediatamente catapultati in una fase avanzata dell’avventura dandoci la piena libertà di giocare nel modo a noi più consono. Prima di tutto, ci siamo lanciati sull’albero delle abilità per gestire i numerosi punti a disposizione. Man mano che giocheremo otterremo infatti punti esperienza per potenziare il nostro protagonista sotto numerosi aspetti, tra migliorie offensive, difensive o più propriamente survival che andranno delineando il nostro stile di gioco prediletto. Dopo esserci preparati di tutto punto, ci siamo così messi alla guida della nostra fidata moto per esplorare la vasta regione di Farewell, rimanendone piacevolmente colpiti. Innanzitutto, è importante far capire quanto proprio la moto rappresenti un elemento cardine dell’intera esperienza, una compagna fidata di cui dovremo prenderci cura dal prologo fino ai titoli di coda. Essa potrà infatti venir danneggiata, bisognerà sempre tener d’occhio il serbatoio della benzina per evitare di rimanere appiedati e le opzioni offerte in termini di customizzazione sono decisamente elevate, sia per quanto riguarda elementi puramente estetici che per fattori capaci di determinarne velocità, manovrabilità, durabilità e altro ancora. Invero, dobbiamo ammettere che i primi secondi in sella ci sono apparsi abbastanza difficoltosi a causa di un veicolo dal feeling pesante e leggermente meno responsivo di quanto ci saremmo potuti immaginare, ma già dopo qualche minuto di prova si comincia a prendere dimestichezza con il sistema di guida e, di fatto, giunti alla conclusione della prova avevamo oramai ottenuto il pieno controllo del nostro fidato veicolo. Nel mentre che ci spostavamo per le affascinanti ambientazioni di Days Gone, abbiamo potuto affrontare alcune delle missioni secondarie che andranno ad arricchire il prodotto, tra nidi d’infetti da distruggere a suon di molotov, accampamenti nemici da conquistare eliminandone tutti i residenti e pericolosi assassini con una taglia sulla testa da trovare e mettere eternamente a nanna. Tutte le opzioni offerteci ci sono apparse alquanto classiche, generalmente in linea con i prodotti a cui siamo odiernamente abituati, ma nel complesso quanto visto ha saputo intrattenerci, seppur bisognerà vedere quanto il tutto funzionerà sul lungo periodo.
Anche in termini di combat-system siamo rimasti più che soddisfatti, con il titolo che è andato lasciandoci la piena libertà di gestire ogni scontro nel modo da noi ritenuto più consono. In alcuni casi ci siamo lanciati contro il nemico ad armi spianate, in altri abbiamo optato per un approccio spiccatamente più stealth – con fatality a suon di coltello rivelatesi utili per spianarsi la strada –, di tanto in tanto abbiamo preferito aggirare la minaccia presente per evitare un’ignobile fine o, ancora, abbiamo sfruttato l’ambiente circostante per lanciare i freakers contro qualche campo nemico pieno zeppo d’umani. Il senso di libertà che si ha giocando pare già da ora estremamente gratificante e le opzioni di manovra attuabili si sono mostrate in gran numero e potenzialmente capaci d’impreziosire ancor di più il comparto ludico. In tutto questo, un ruolo fondamentale lo andranno ovviamente ricoprendo i nemici che andremo affrontando in-game, con una varietà generale più che apprezzabile. Il game director del titolo ci ha tenuto a specificare che quanto visto non è che un assaggio di ciò che sarà effettivamente presente nella release finale, ma tra umani, fauna e freakers di ogni genere e dimensione, non possiamo che dirci soddisfatti già da ora. In particolare, siamo rimasti conquistati dalle enormi orde di creature che potremo incontrare sul nostro cammino, eserciti di mostri che c’inseguiranno fino allo sfinimento senza darci un singolo attimo per riprendere fiato. È difficile descrivere a parole quanto vissuto, ma possiamo assicurarvi che entrare in una grotta buia e silenziosa, accendere la torcia e ritrovarsi davanti a un esercito urlante diretto verso di noi con la musica che esplode in una sinfonia di puro terrore riuscirebbe a far trasalire anche il giocatore più navigato. Farà la sua presenza anche un interessante ciclo giorno/notte estremamente importante ai fini ludici, visto che al calar del Sole le creature affette dal virus appariranno in maggior numero e saranno molto più fameliche, con ripercussioni dirette anche sulle missioni secondarie, più semplici o complicate a seconda dell’orario e delle condizioni climatiche in cui decideremo d’affrontarle.
Non bisogna poi assolutamente sottovalutare il sistema di crafting, tanto intuitivo quanto profondamente intrecciato nella struttura ludica del titolo. In Days Gone, infatti, vi ritroverete spesso a dover centellinare le vostre risicate risorse, tra proiettili contati e kit medici in quantità limitatissime che spesso e volentieri vi faranno capire quanto lo scontro diretto debba essere solo l’ultima spiaggia. In questo contesto, sarà quindi vostro compito esplorare ogni centimetro della mappa per trovare oggetti da poter combinare e utilizzare in caso di necessità. I resti di una macchina potrebbero divenire un utile silenziatore per la propria pistola mentre alcool e bende potranno essere sfruttati per curarsi nei momenti più disperati. Days Gone è un titolo che invita il giocatore a guardarsi intorno per trovare quante più risorse possibili, pena il rischio di finire in un inferno di proiettili vaganti e creature affamate senza la possibilità di difendersi. In tutto questo, ciò che davvero ci ha lasciati parecchio perplessi va purtroppo racchiudendosi in un’intelligenza artificiale che ci è apparsa alquanto pessima, in particolar modo per gli avversari umani, poco propensi a giocar di squadra preferendo piuttosto abbandonare le proprie coperture per venirci incontro senza una ragione precisa. Al contempo, ci è capitato spesso di vedere freakers incastrarsi con qualche elemento dello scenario o, ancora, non di rado abbiamo assistito a nemici che dopo averci visto ci hanno comunque bellamente ignorato. Sicuramente qualche problema verrà risolto prima della release – gli stessi sviluppatori hanno voluto specificare di essere ancora al lavoro per limare qualche spigoloso elemento di gioco – ma viste le gravi carenze in tal senso, per il momento rimaniamo alquanto scettici. Chiude il tutto un comparto tecnico d’ottimo livello, con un colpo d’occhio generale capace di regalare scorci splendidi e una modellazione di personaggi e creature d’alto livello, affiancato da una soundtrack le cui tracce finora ascoltate ci sono apparse più che convincenti. Ben poco possiamo dirvi invece a riguardo del doppiaggio italiano, visto e considerato che la versione di prova da noi testata era completamente in inglese. Days Gone, insomma, appare fin da ora come un prodotto solido, ricco e variegato sia in termini narrativi che più prettamente ludici. Restano ancora delle visibili sbavature affiancate da qualche mancanza particolarmente sentita, ma il lavoro svolto ci ha per ora generalmente convinto. A questo punto non possiamo far altro che attendere con estremo interesse la versione finale del prodotto, speranzosi di ritrovarci con un titolo capace di tenerci impegnati per numerose ore di sano intrattenimento videoludico.