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Dark Souls: The Board Game – recensione del cooperativo Skirmish di Steamforged Games

Dark Souls: The Board Game è un titolo del 2017 di David Carl, Alex Hall, Mat Hart e Richard Loxam pubblicato nel 2017 da Steamforged Games. Della sua campagna Kickstarter vi avevamo già parlato in questo articolo. Per il gioco sono già uscite diverse espansioni oltre ad un gioco di carte stand alone , pubblicato nel 2018 sempre ad opera di David Carl.

Basato sul noto videogame, Dark Souls è un gioco fantasy cooperativo di combattimenti. Non è possibile definirlo un dungeon crawler, in quanto a mancare è proprio il dungeon: porte, scale e corridoi sono sostituiti da grandi location, sulle quali una serie di cerchi (chiamati nodes) mascherano una griglia esagonale. Siamo di fronte ad un gioco tattico di schermaglie in cui occorre sconfiggere tutti i nemici di una location prima di passare alla successiva.

primo mini-boss di Dark Souls

Materiali

Le miniature del gioco sono di media qualità: plastica semi-rigida, livello di dettaglio non eclatante e con elementi sottili che troverete già piegati (ma facilmente sistemabili con l’aiuto di un asciugacapelli). Lo stile dei modelli invece è interessante: soprattutto i mostri risultano ben caratterizzati e rappresentano egregiamente le creature grottesche ed inquietanti che popolano l’universo di Dark Souls.

Allo stesso modo, le illustrazioni dallo stile tetro che troviamo sulle carte e sui segnalini riescono nell’intento di ricreare l’atmosfera gotica del videogame. Abbiamo già speso qualche parola per le tessere della board: nonostante i luoghi siano ben raffigurati, non ci ha convinto l’aspetto del gioco intavolato durante la partita. Ad essere popolata, infatti, sarà solo una tessera alla volta con non più di 2-3 mostri (più i nostri eroi): avremo sempre una board dall’aspetto vuoto e monotono, ci sarebbe piaciuto qualche elemento scenico con cui renderla più varia (e con cui interagire, ma delle meccaniche vi parleremo nel prossimo paragrafo).

Plancia di Dark Souls

Meccaniche di Dark Souls: the Board Game

Esattamente come nel videogame, in Dark Souls: The Board Game occorre “farmare” nemici, entrando più volte nelle stesse location ed affrontando ripetutamente le medesime creature nel corso della partita per ottenere equipaggiamenti, upgrade e statistiche migliori finché non ci sentiremo abbastanza forti da affrontare il boss finale.

I tentativi a nostra disposizione sono ovviamente limitati, le stanze si ripopolano soltanto riposando al falò e ciò avverrà per nostra scelta (fra un incontro e l’altro) o a causa della morte (anche di un singolo eroe).
Il sistema di combattimento non offre meccaniche particolarmente innovative: l’equipaggiamento a nostra disposizione può essere attivato spendendo stamina per effettuare attacchi di diversa potenza (lanciando dadi di diverso colore ed efficacia) e sperando di ottenere abbastanza successi da poter ferire il nemico.
Una barra rappresenta la nostra vita e si riduce sia quando si subiscono danni (coprendola con cubi rossi) sia spendendo stamina (cubi neri). I cubi neri possono essere rimossi in diversi modi mentre le ferite sono più difficili da recuperare e tendono a penalizzarci per tutto il combattimento. Al termine di ogni scontro, la barra della vita viene ripristinata e saremo subito pronti all’incontro successivo.

L’aspetto tattico del gioco risulta purtroppo trascurato e privo di spunti: la nostra posizione non influisce sull’efficacia degli attacchi (non ci sono fiancheggiamenti, attacchi dal retro, bonus per posizione rialzata), unici elementi rilevanti sono la distanza del nemico e qualche sporadica trappola disseminata per la mappa.
Al termine di ogni incontro otterremo delle anime da spendere in nuove carte (equipaggiamenti da sostituire a quelli base o upgrades per equipaggiamenti già in nostro possesso) o in incrementi di stats (utili a soddisfare i requisiti degli equipaggiamenti).

Dark Souls game overview

Considerazioni

Le dinamica del farming, comune nei videogiochi, è sicuramente inusuale per un boardgame ma non ci sentiamo di giudicarla in modo completamente negativo. Dal nostro punto di vista, ripetere più e più volte gli stessi incontri con il solo scopo di migliorare i personaggi è stata un’esperienza noiosa, ma ci siamo imbattuti in giocatori che apprezzano questa impostazione e si divertono nel cercare la strategia perfetta, combattimento dopo combattimento, per uccidere gli stessi nemici minimizzando i rischi.
Sono disponibili su boardgamegeek una serie di “home rules” che modificano profondamente il gioco, riducendo la necessità di farmare anime per migliorare i personaggi. Siamo tuttavia dell’idea che tali regole rendano Dark Souls troppo simile alla massa dei cooperativi tattici disponibili sul mercato, ma non avendo il titolo particolari elementi di originalità, consigliamo di rivolgervi altrove se trovate il farming noioso e preferite un’esperienza più classica.

Dark Souls: The Board Game

5

Purtroppo abbiamo trovato questo Dark Souls piatto e noioso, soprattutto per la ripetitività negli scontri. Con le home rules che eliminano la necessità del farming, il gioco raggiunge la sufficienza ma ancora scarseggiano le ragioni per preferirlo rispetto a tanti altri validi titoli presenti sul mercato.

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