Crash Team Rumble – Recensione, il ritorno dell’iconico marsupiale

Ecco la recensione di Crash Team Rumble, titolo che segna il ritorno dell'iconico marsupiale a tre anni dal lancio di Crash 4: It's About Time.

Paolo Saccuzzo
Di Paolo Saccuzzo - Staff Writer Recensioni Lettura da 10 minuti
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Crash Team Rumble

Dopo anni di incessanti richieste da parte dei fan di tutto il mondo, Activision nel 2017 decise di riportare in auge Crash Bandicoot con la N. Sane Trilogy, una collection dei primi iconici capitoli del franchise con una veste grafica rinnovata. Questo remake avrebbe dovuto rilanciare il personaggio di Crash nel panorama videoludico e, in un primo momento, le cose sembravano andare proprio in questa direzione per la “fu mascotte” di PlayStation. Poco tempo dopo venne infatti lanciato il remake di Crash Team Racing, ovvero Nitro Fueled, mentre nel 2020 Activision lanciò il primo vero nuovo capitolo del franchise, ossia Crash 4: It’s About Time.

Dopo l’uscita di questo nuovo capitolo della serie, però qualcosa sembrava già essersi rotta nell’ingranaggio, e per i tre anni successivi non si è sentito più parlare del marsupiale. Questo fino all’annuncio di Crash Team Rumble, nato dalle ceneri del progetto Wumpa League che sembrava essere stato messo da parte. Con il ritorno di Toys for Bob in sede di sviluppo, Crash Team Rumble sarà riuscito a rendere giustizia a uno dei personaggi più iconici e amati della storia dei videogiochi?

Woah!

La storia videoludica di Crash è alquanto travagliata e il personaggio è sopravvissuto proprio grazie all’iconicità dei primi tre capitoli della serie e dell’originale Crash Team Racing. Tra alti e bassi, però, i vari videogiochi appartenenti al franchise di Crash Bandicoot avevano un loro stile, un loro obiettivo e una loro precisa identità. Sia giochi come Crash Bash, un banale party game rivalutato in positivo per l’effetto nostalgia tipico degli ultimi anni, che opere come Crash of the Titans, che di Crash aveva solo il titolo, avevano una storia, un motivo d’essere, qualcosa che spingeva il giocatore a giocare i suddetti titoli.

Purtroppo tutto questo manca in Crash Team Rumble, un titolo che ricicla le skin dei personaggi visti nel già citato Crash 4: It’s About Time senza però aggiungere nulla che faccia pensare al giocatore che valga la pena continuare a giocarlo. Il che risulta inspiegabile dato che proprio Toys for Bob ha curato lo sviluppo del già citato Crash 4: It’s About Time, un titolo innovativo per diversi motivi ma comunque debitore del gameplay classico del franchise. Quanto visto nel (canonico) quarto capitolo della serie, però, qui non esiste, perché Crash Team Rumble manca di caratterizzazione, narrativa, ma soprattutto di personalità.

crash team rumble recensione 2

Cercando di addentrarci nei problemi del titolo, Crash Team Rumble è un’interpretazione del genere MOBA. Ogni squadra ha una sola zona destinata alla raccolta dei punti, i quali saranno incarnati nei frutti Wumpa. La raccolta di quest’ultimi, che alla lunga risulta un esercizio banale e ripetitivo, serve per portare alla vittoria la propria squadra. Se il nostro personaggio viene sconfitto da un membro della squadra avversaria, qualsiasi frutto in nostro possesso verrà perso.

L’obiettivo ultimo sarà quello di raccogliere per primi duemila punti. Toys for Bob tenta di arricchire il gameplay con un elenco di diversi personaggi giocabili ereditati dall’universo di Crash con in aggiunta alcune novità. Ognuno dei personaggi del roster ha dei propri attacchi unici e tratti basati sulla classe di appartenenza, insieme a potenziamenti ambientali che possono essere acquisiti tramite speciali reliquie nascoste nelle mappe di gioco.

Qui subentra già uno dei problemi più lapalissiani del titolo: le mappe di gioco. Queste ultime sono striminzite e l’unico elemento che le differenzia è l’estetica. Nonostante la ricca varietà di livelli che la serie Crash ha avuto nel corso degli anni, le nove mappe disponibili in Crash Team Rumble sembrano troppo simili tra loro e nessuna di esse spicca per originalità o inventiva.

A questo problema si aggiunge anche quello legato al gameplay puro e duro. Se già le mappe di gioco non sono memorabili, giocare in esse sarà caotico e privo di strategia. Questo è in gran parte causato dal pessimo sistema di combattimento, dato che i colpi non si connettono mai in modo soddisfacente o particolarmente accurato, lasciando spesso il giocatore incerto su quale nemico abbia effettivamente danneggiato.

Il tutto si traduce in una compulsiva pressione di tasti, cosa che rende il gameplay totalmente anarchico e lo priva di qualsivoglia spunto tattico che, in titoli appartenenti al genere MOBA, dovrebbe essere la prassi.

crash team rumble recensione

Parlando dei personaggi (attualmente ne sono disponibili solo otto), come già detto in precedenza ognuno di essi è diviso in classi. Abbiamo i Marcatori, il cui compito sarà quello di raccogliere i frutti Wumpa, i Difensori, il cui compito sarà quello di invadere l’area avversaria così da impedire ai rivali di incassare i frutti Wumpa raccolti, e i Potenziatori, il cui compito è quello di attivare i potenziamenti disseminati per le mappe di gioco. Sebbene ogni personaggio appartenga a una specifica classe, i giocatori hanno la libertà di giocare come preferiscono a prescindere da ciò.

Ai Marcatori, per esempio, non viene impedito di raccogliere reliquie o attaccare altri giocatori: questi personaggi sono stati semplicemente progettati per specializzarsi nella raccolta di frutti Wumpa. Questo toglie parecchia unicità ai personaggi e, allo stato attuale, le differenze tra un personaggio e l’altro non sono così nette da giustificarne la differenziazione in classi. Inoltre c’è anche un problema di equilibrio, con alcuni personaggi nettamente più forti rispetto ad altri.

Il futuro di Crash Team Rumble (e del franchise)

Uno degli aspetti più positivi del titolo è la sua componente online. Crash Team Rumble, in tal senso, è ben ottimizzato al momento del lancio, il che non è qualcosa da dare per scontato dato che molti titoli non possono vantare un pregio simile. Con un framerate fluido che non cede mai al caos del suo gameplay, l’aspetto tecnico del titolo è di certo è una delle cose migliori dell’operazione.

In questo momento non c’è un negozio in-game, solo una progressione lineare per sbloccare alcuni premi. Anche il remake di Crash Team Racing, al momento del lancio, ne era sprovvisto, quindi è probabile che possa essere introdotto con un futuro aggiornamento. La mancanza di personaggi come N. Gin e Ripper Roo si fa sentire e, proprio per questo, risulta evidente come Crah Team Rumble sia un titolo che si arricchirà con i futuri aggiornamenti.

In tal senso, infatti, Toys for Bob ha già promesso che supporterà Crash Team Rumble per molto tempo dopo il lancio con contenuti stagionali, tra cui nuovi personaggi, mappe e battle pass ricchi di oggetti cosmetici aggiuntivi. Ciò suggerisce che lo studio (o forse, più precisamente, il suo editor Activision) non punta su Crash Team Rumble nell’immediato ma sul lungo periodo.

Quello che però ci è arrivato tra le mani è un titolo scarno, vuoto e privo di molte delle modalità extra che hanno reso celebre Crash nel corso degli anni. Oltre alla raccolta dei frutti Wumpa, infatti, Crash Team Rumble non presenta altre modalità che possano spingere il giocatore a investire il proprio tempo sul titolo, e il fatto che l’ultima opera di Toys for Bob sia priva di una modalità single player limita ancora di più il progetto.

Come detto, è evidente che Crash Team Rumble sia stato lanciato sul mercato con la prospettiva di essere arricchito in futuro con nuovi contenuti, ma sembra che non sia stato preso in considerazione il fatto che il titolo in questione sia noioso e ripetitivo e che i giocatori, a causa di questo, potrebbero non vivere mai i prossimi aggiornamenti abbandonando prematuramente il gioco. Il tempo ci dirà cosa significherà Crash Team Rumble per il franchise, ma stando così le cose ora, il rischio che tale titolo possa mettere (nuovamente) la parola fine al franchise è parecchio alto.

Crash Team Rumble
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Voto 5
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Staff Writer
Laureato in Lettere Moderne e in Comunicazione della e Cultura dello Spettacolo, da sempre appassionato di tutto ciò che concerne l'intrattenimento in tutte le sue forme, dal cinema alle serie TV, dai fumetti alla musica, fino ad arrivare ai videogiochi. Amante del mondo Sony, è però cresciuto con i classici Nintendo, nello specifico Super Mario 64 e The Legend of Zelda: Ocarina of Time.