Control – Provato del nuovo titolo di Remedy Entertainment

Negli studi di Digital Bros, abbiamo provato in anteprima Control, il nuovo fantastico titolo di Remedy Entertainment. Ecco cosa ne pensiamo

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Impressioni Lettura da 7 minuti

Nella giornata odierna siamo stati ospiti negli studi di Digital Bros in quel di Milano per provare il tanto atteso Control di Remedy Entrateiment. Le aspettative del pubblico sul titolo sono altissime, dunque non vedevamo l’ora di provare con mano l’opera per farci un’idea più chiara su cosa ci aspetta. Ecco, il nostro test è stato molto lungo, dandoci la possibilità di approfondire quello che verrà poi ampliato nella campagna principale. Il titolo è sicuramente molto ambizioso, con un’atmosfera claustrofobica e uno stile definito “brutalista”. Tutta la storia, che andremo ad approfondire più avanti, si concentrerà all’interno di un edificio ben preciso. Non abbiate paura però, visto che quest’ultimo è mutevole e in grado di regalare scorci davvero sorprendenti.

Entità misteriose

L’incipit della trama principale è tanto semplice quanto efficace: un’entità misteriosa chiamata Hiss ha preso il controllo del FBC (Federal Bureau of Control), un ente federale americano segreto, il cui scopo è quello di indagare proprio su queste attività paranormali. La nostra protagonista si chiama Jesse Feden, che si vedrà cadere addosso responsabilità davvero gigantesche. Il precedente direttore del FBC è morto in circostanze misteriose, Jesse prenderà improvvisamente il suo posto scelta proprio da suo luogo di lavoro. Questo è sicuramente un caso che intriga l’utente, visto che è uno dei misteri principali all’interno dell’esperienza. L’Hiss non solo ha preso il controllo dell’edificio, controllandone piani e cambiando a piacimento i suoi corridoi e stanze, ma anche gli stessi dipendenti sono diventati una sorta di mostri che puntano a mantenere il controllo della zona.

Control

Sebbene la trama di base sarà incentrata su questo, Control ha un numero ingente di sottotrame ben scritte, intriganti e tutte da scoprire, oltre che una buona dose di lore ambientale nascosta molto bene ma che si lascia facilmente intuire da un occhio più attento. Dunque, nei corridoi del FBC, la storia di Jesse si evolverà costantemente, ma come di norma, più ci si avvicina alla risoluzione di un mistero, più quest’ultimo si infittisce lasciando spazio a un’insaziabile voglia di scoperta. Purtroppo però non sappiamo null’altro sulla storia, o meglio, nulla che vogliamo spoileravi di proposito, perché vi possiamo assicurare che certe cose sarà meglio scoprirle pad alla mano (visto che sono parte integrante dell’esperienza).

Un’arma, mille risorse

Elemento centrale dell’esperienza come ovvio che sia è il gameplay. Sebbene possa sembrare uno stile di gioco abbastanza comune, vi possiamo assicurare che il lavoro svolto da Remedy in termini di profondità è tutto da encomiare. Infatti la nostra protagonista, nonostante l’arma di base sia solo una, può mutare la sua natura andando così a sfruttare un’enorme varietà di bocche da fuoco, ognuna liberamente modificabile tramite materiali e mod specifiche. Purtroppo però si possono equipaggiare solo due tipi di armi alla volta, ma questa funzione è davvero utile per dare un approccio più strategico al tutto, visto che le situazioni variano di volta in volta. I proiettili saranno infiniti: la loro funzione è legata all’energia dell’arma, che a sua volta andrà a ricaricarsi autonomamente in modo anche abbastanza rapido.

A tutto questo ci sono da aggiungere anche i poteri di Jesse. Nella nostra prova che partiva dal capitolo 3, avevamo a disposizione solo la telecinesi e un’onda d’urto. Successivamente abbiamo ottenuto anche uno scatto breve e uno scudo, entrambi sbloccabili mediante le relative sfide opzionali. Anche queste abilità potranno essere ampliate, mediante l’utilizzo di punti abilità che potranno anche potenziare le normali statistiche del personaggio, come incrementare danno, velocità di ricarica o vita. Control, sebbene possa sembrare abbastanza lineare, seguo uno stile più alla God of War, ovvero un’ampia mappa esplorabile ma che segue dei binari ben precisi. Man mano che andrete avanti otterrete dei miglioramenti utili per accedere a zone prima impossibili da visitare, funzione che incrementa notevolmente il monte ore del gioco se vorrete dedicarvi al potenziamento della protagonista.

Control non segue solo la storia principale, ma si divide anche tra missioni secondarie, attività opzionali e sfide. Ognuna di queste mansioni conferirà delle ricompense precise, che risulteranno poi fondamentali per incrementare esponenzialmente la vostra potenza. In tutto questo però c’è una nota storta, che a poco più di un mese dalla release ufficiale rischia di essere un grosso anello debole: abbiamo provato il titolo su PS4, e dobbiamo dire a malincuore che soffre di pesanti cali di frame rate che, soprattutto nei momenti più caotici, rallentano pesantemente l’esperienza andandola inevitabilmente a minare. Tuttavia, abbiamo riscontrato tale problema solamente in queste fasi; quando invece il numero di nemici su schermo è contenuto, si gode comunque di un’ottima fluidità (non perfetta) e di un colpo d’occhio di tutto rispetto. Il tutto contornato da esplosioni ed effetti particellari ben realizzati e per nulla stucchevoli. Al di là di questo la qualità grafica è indiscutibile, con ottime animazioni facciali e volti molto realistici.

In conclusione possiamo dire che Control è un titolo da tenere assolutamente d’occhio, dato che la release avverrà a fine agosto (più precisamente il 27, su PC, Xbox One e PlayStation 4), in una finestra di lancio che vede lui come indiscusso protagonista. Per ora, al netto di un frame rate che rischia di rovinare il tutto, siamo stati molto colpiti dal gioco, la prova ci ha lasciato parecchio entusiasmo addosso e controllare il mondo di gioco è qualcosa di meraviglioso. L’ambientazione reagisce ai nostri stimoli, divenendo parte integrante di un gameplay già ricco e divertente. Le prima impressioni dunque sono più che buone, speriamo di non doverci ricredere in fase di recensione.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.