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Concrete Genie – Anteprima del nuovo titolo di PixelOpus

Qualche settimana fa, negli uffici Sony di Roma, abbiamo avuto modo di provare Concrete Genie, nuovo titolo di PixelOpus in arrivo quest’anno. Il gioco, nato dalle stesse menti che hanno creato Entwined, sfrutta uno stile particolare per coniugare due gameplay distinti ma perfettamente bilanciati. Abbiamo provato una buona parte del gioco, ed ecco le nostre impressioni; qui invece potete trovare la nostra intervista a Dominic Robilliard e Jeff Sangalli di PixelOpus.

Portare Denska al vecchio splendore

Nel gioco impersoneremo Ash, un ragazzo appassionato di disegno che vedrà la sua piccola cittadina Denska perdere quel colore e quella magia di un tempo. Senza rovinare lo svolgimento della trama, il vostro obiettivo sarà quello di colorare Denska e ridargli linfa vitale, senza però incrociare la strada con i bulletti del quartiere. Il titolo infatti tratta tematiche importanti come il bullismo, la libertà d’espressione e d’arte. Trovato un pennello magico, Ash dovrà quindi sfruttare le sue doti artistiche e i suoi Genie per riportare colore nella città.

Nel gioco l’esplorazione quindi la fa da padrona, obbligando il giocatore a risolvere i vari enigmi che bloccheranno il vostro avanzamento, sfruttando persino la verticalità degli edifici. Per quanto riguarda invece la parte creativa, la creazione di Genie richiederà di sbloccare prima questi strani esseri, poi le loro appendici (che daranno uno stile unico alle vostre creazioni). Per disegnare, il sistema vi farà utilizzare il sensore di movimento del DualShock 4.

Una volta disegnato il Genie, potrete farlo muovere lungo le mura della città e, dandogli ciò che vuole (sempre disegnando), vi permetterà di rimuovere l’oscurità dalle varie zone di gioco, che in questo modo verranno sbloccate.

Combattimento

Non subito, ma più avanti nel gioco, Ash si troverà a combattere quest’oscurità: cambiando completamente tipologia di gameplay, potrete attaccare con il vostro pennello i nemici, sfrecciando su uno skateboard (fatto d’inchiostro) replicando un po’ lo stile di gioco di Jet Set Radio (tra le fonti d’ispirazione dei creatori). Basato più sulla velocità che sulla skill tecnica, dovrete inseguire queste creature (o scappare da loro) e attaccare per renderle inoffensive, così da poter proseguire.

L’affiancamento di questi due gameplay così diversi rende il titolo più interessante, in quanto i “momenti morti” d’esplorazione vengono spesso intervallati da queste sessioni action. Naturalmente, starà ai creatori del gioco saper gestire bene il ritmo, ma per ora, vedendo come è stata presentata la build che abbiamo provato, sembra stiano seguendo quello giusto.

Il gioco inoltre non lascia grande spazio agli aiuti: capire cosa fare, quali lampadine accendere (disegnandoci vicino, così da scacciare l’oscurità) e dove andare, saranno tutte azioni che staranno al giocatore. Ad aiutare, una semplice mappa che ha subito reso noto come il backtracking del titolo sia necessario – se non vitale – per poter avanzare nella trama principale.

Una pecca in termini di gameplay però l’abbiamo riscontrata proprio nella tanta libertà: talvolta, alcune azioni, sono state dettate più dall’intuito che dalla spiegazione. Se questo, nei limiti, è ciò che scinde un gioco facile da uno difficile, capire quale murales disegnare per accendere quell’ultima lampadina è stato arduo. Nulla di disastroso, comunque: si parla di semplici bug risolvibili nella versione definitiva.

Ultimo dettaglio, non troppo importante, è la modalità VR: essa permetterà al giocatore di disegnare in prima persona alcuni dei Genie. Nulla di troppo strutturato comunque, visto che funge da mero riempitivo, quasi a mostrare un potenziale che però non viene sfruttato a dovere (ma che in futuro potrebbe esserlo).

Significato

Non si può parlare di Concrete Genie senza citare il significato che si porta dietro: se da un lato il nostro Ash si troverà a combattere l’oscurità con la libertà d’espressione e la street art, dall’altra dovrà affrontare dei bulli. Nel primo caso, una grande spinta è ricevuta dal fatto che proprio la magia dell’arte, capace di dare vita a cose stupefacenti come i Genie, è la soluzione definitiva per colorare una città e riportarla agli albori di un tempo. Il gioco non darà mai un voto alle creazioni, lasciando il giocatore libero di sperimentare: a nostro parere questo è un grande significato intrinseco che PixelOpus ha voluto condividere.

Nel secondo caso, i bulli e tutta la trama collegata ad essi nasce dalla voglia della software house di raccontare come deve essere spezzato il ciclo vizioso del bullizzato che diventa bullo: la violenza nel gioco è utilizzata contro le creature d’oscurità, e sempre combattendo con il pennello e l’arte. Non viene permesso di combattere questi ragazzi: il Creative Director Dominic Robilliard ha spiegato come la loro trama arriverà ad una soluzione che non prevederà un combattimento tra loro e il giocatore. La violenza genera solo violenza, e non è il metodo utile per fermare i bulli.

Richiami

Molti richiami sono presenti sotto forma d’ispirazione in Concrete Genie: in primis, lo stile tecnico adottato (e i colori) sono vicini alla tecnica cinematografica della stop-motion. Proseguendo, il titolo presenta una magia stilistica che richiama le opere di Ueda, e una libertà di creazione vicina a Graffiti Kingdom. Infine, come già detto, il combattimento e l’esplorazione trova le basi in Jet Set Radio. Se tutto questo può sembrare un insieme di “già visto”, in realtà PixelOpus pesca e reinterpreta, al posto di copiare, rendendo Concrete Genie, per ora, qualcosa di davvero originale.

Con una trama interessante, una forte leggerezza spirituale e un grande fardello di significato, Concrete Genie è un titolo dal gameplay davvero intrigante, che richiede certamente delle rifiniture tecniche, ma che porta qualcosa di originale in un parco titoli di già visto. Non conosciamo ancora vari dettagli, come longevità, eventuali meccaniche di gameplay aggiuntive o altro, ma di certo ci aspettiamo grandi cose da questo piccolo gioiello esclusivo Sony PlayStation 4.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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