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Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino – Recensione

Chiamami col tuo nome, il nuovo film di Luca Guadagnino (A bigger splash, Io sono l’amore, The protagonist), esce oggi nelle sale italiane dopo essere stato distribuito nel resto del Mondo e dopo aver ottenuto 150 candidature e 50 premi vinti nei festival internazionali, comprese le ultime quattro prestigiose nomination agli Oscar 2018 (miglior film,  miglior attore, miglior sceneggiatura non originale, miglior canzone).

Il film è un adattamento del romanzo best seller internazionale omonimo, scritto da André Aciman, che ha dichiarato di aver approvato la sceneggiatura apprezzandone la trasposizione come “diretta, reale e persuasiva”. Estate 1983 nel nord dell’Italia, ed Elio Perlman (Timothée Chalamet), un precoce diciassettenne americano, vive nella villa del XVII° secolo di famiglia passando il tempo a trascrivere e suonare musica classica, leggere, e flirtare con la sua amica Marzia (Esther Garrel). Elio ha un rapporto molto stretto con suo padre (Michael Stuhlbarg), un eminente professore universitario specializzato nella cultura greco-romana, e sua madre Annella (Amira Casar), una traduttrice, che gli danno modo di approfondire la sua cultura in un ambiente che trabocca di delizie naturali.

Mentre la sofisticazione e i doni intellettuali di Elio sono paragonabili a quelli di un adulto, permane in lui ancora un senso di innocenza e immaturità, in particolare riguardo alle questioni di cuore. Un giorno arriva Oliver (Armie Hammer), un affascinante studente americano di 24 anni, che il padre di Elio ospita per aiutarlo a completare la sua tesi di dottorato. In un ambiente splendido e soleggiato Elio e Oliver scoprono la bellezza della nascita del desiderio, nel corso di un’estate che cambierà per sempre le loro vite. Guadagnino ha dichiarato che il film “non è un film su una storia d’amore gay. E’ un film sull’aurora di una persona che diventa un’altra persona. Mi piace pensare che sia un film sul desiderio, che non conosce definizioni di genere e infine sì, è un film sulla famiglia.” 

Chiamami col tuo nome è un film delicato e sensuale, girato con una tecnica molto curata delle immagini e delle scelte di regia che caratterizzano lo stile di Guadagnino. Timothée Chalamet (Insterstellar, Lady Bird) recita in tre registri linguistici con immensa bravura, tale da far immergere il pubblico nel personaggio in tutti i moti sentimentali controversi e sorprendenti di un adolescente di 17 anni. Da sottolineare anche la grande interpretazione di Armie Hammer (Mine, The social Network, Animali Notturni), nel ruolo Oliver, il 24enne che cambierà per sempre la vita di Elio.

Chiamami col tuo nome da oggi nelle sale italiane, distribuito dalla Warner Bros. Entertainment Italia, esce a distanza di un anno e forse la scelta della casa di distruzione, criticata per il ritardo, ora che il film ha ottenuto le prestigiose nomination, è stata non del tutto avventata ma anzi carica di lungimiranza. La storia di Elio è un’esplosione e una ricerca in una particolare fase della vita, il messaggio delicato ma allo stesso tempo molto forte del lungometraggio è la vera potenza dell’opera. La colonna sonora di Sufjan Stevens, sottolinea le scene con immensa bravura e non è un caso la sua candidatura.

Un film sull’amore e sulla famiglia, una storia gay ma universale, decisamente una delle migliori opere dell’anno. A differenza del romanzo che è ambientato sulla riviera ligure, la versione cinematografica è stata spostata negli anni 80 a Crema, luoghi che Guadagnino conosce molto bene e che sono uno scenario molto suggestivo. Il direttore della fotografia è il thailandese Sayombhu Mukdeeprom, mentre Walter Fasano è il montatore di questo, come di tutti i cinque lungometraggi diretti da Luca Guadagnino. Il film è strettamente consigliato di visionarlo nella versione originale con sottotitoli in italiano.

Chiamami col tuo nome

8

Un film sensuale ed emozionante, il racconto di un amore adolescenziale e della scoperta del proprio Io tra i più delicati e introspettivi. Chiamami col tuo nome è uno dei migliori film dell'anno e consacra Luca Guadagnino regista internazionale.

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