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Cardaclysm: Shards of the Four – Recensione di un originale card game

Sviluppato da Elder Games per Headup WhisperGames, andiamo oggi alla scoperta di Cardaclysm: Shards of the Four con questa nostra recensione. Si tratta di un interessante gioco di carte le cui meccaniche sono mescolate con alcuni aspetti tipici degli action RPG. Il pretesto che tiene in piedi gli eventi narrati nel gioco sono legati alle sorti dello sfortunato protagonista; un mago che non ha saputo gestire nel migliore dei modi i suoi poteri, scatenando l’avvento dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse e di tutti i loro mortali servitori. La missione principale è quella di evitare la distruzione del mondo.

Cardaclysm: Shard of the Four si presenta senza dubbio in maniera convincente agli occhi: i mondi di gioco, realizzati con l’ormai nota tecnica della proceduralità, sono vari, sempre diversi, e presentano numerosi biomi. Si passa dal rischio di bruciare vivi in infuocati deserti a quello di congelare fino ai capelli esplorando gelidi ghiacciai, per poi ritrovarsi a sudare tra il fogliame di una rigogliosa giungla, il tutto gestibile attraverso il movimento di un personaggio osservato da una classica visuale isometrica. Durante l’esplorazione dei vari mondi di gioco, tra i compiti assegnati al protagonista ci sarà quello di raccogliere e collezionare carte magiche, potenziamenti e artefatti di varia natura. Tra un passo e l’altro, si finirà per incappare contro delle creature nemiche, di crescente difficoltà. Qui il titolo abbandona la sua meccanica da gioco di ruolo con controllo diretto sul personaggio e le porte si spalancano verso il vero cuore dell’esperienza ludica: il gioco di carte, strutturato con combattimenti a turni.

Cardaclysm

Ogni mondo di gioco, per essere completato, richiede il recupero di una chiave e l’abbattimento di ogni creatura nemica presente. Completati entrambi questi obiettivi, uno dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse si materializzerà all’interno del livello dandovi la caccia. Al giocatore verrà così data la possibilità di scegliere se scappare via verso la fine del livello, abbandonandolo, oppure se scontrarsi con il temibile Cavaliere, che interpreta a tutti gli effetti il ruolo del classico Boss di fine missione. Tra un livello e l’altro sarà possibile visitare un Pub interdimensionale, una sorta di Hub dove sarà possibile scambiare le carte collezionate per ottenerne di nuove. Qui saranno inoltre offerte al giocatore nuove missioni da portare a termine nei livelli successivi (tutti generati casualmente, come detto).

Cardaclysm: Shards of the Four, mettiamo le carte in tavola

Dopo aver individuato quella che è una struttura lineare ma tutto sommato interessante, bisogna chiedersi… come funziona Cardaclysm: Shards of the Four, quando viene chiamato a fare quello per cui è stato sviluppato? Ovvero, come si comporta il titolo realizzato dai ragazzi di Elder Games quando i combattimenti a turni basati sulla gestione di carte magiche ha inizio? Una volta iniziato lo scontro, il giocatore si ritroverà tra le mani quattro carte (che sarà possibile scartare in cambio di altre, come tradizione dei card game impone). Fondamentalmente, le carte sono suddivise in due diverse tipologie: le carte Creatura e le carte Incantesimi. Le prime, una volta giocate, vengono posizionate sul campo di battaglia e sono caratterizzate da valori di attacco, difesa e livelli di salute. Le carte Magiche permettono di lanciare incantesimi di varia natura. Ogni carta richiede un certo livello di energia per essere giocata, il quale una volta terminato ci porterà alla conclusione di quel determinato turno di gioco (ed anche qui siamo nel campo della tradizione più classica per il genere). Meno incline alla tradizione ma piuttosto interessante e – a nostro parere – riuscita, è la meccanica che prevede la possibilità dello scatenarsi di un contrattacco: ogni creatura nemica che viene colpita è in grado di compiere un attacco a sua volta, aggiungendo imprevedibilità alla formula base (di suo comunque piuttosto gradevole).

Il vero problema di Cardaclysm: Shards of the Four risiede – come riscontrato in sede di recensione – nel troppo accentuato fattore di casualità; se, infatti, per la generazione dei mondi una struttura di sviluppo procedurale da un lato semplifica lo sviluppo del gioco e, dall’altro, aiuta a creare ambientazioni sempre differenti, lo stesso non si può dire se questo concetto viene applicato pure alle meccaniche di gameplay. Si denota un’assenza pressoché totale di una minima regola che getti le basi per le fondamenta solide dell’intera struttura di gioco. Detto in altre parole, non esiste alcuna logica sulla tipologia di carte che possono essere ritrovate tra un livello e l’altro. Potrebbero uscire numerosi doppioni di una stessa carta, così come potreste non rivedere mai più quella specifica carta che vi piaceva tanto, perché il gioco (in maniera forse esageratamente punitiva) distrugge alcune carte dal mazzo dopo una sconfitta. Ma non è tutto, poiché la troppa “randomizzazione” degli eventi porta alla generazione di combattimenti che, semplicemente, non è possibile vincere.

Cardaclysm

Il gioco non tiene conto in alcun modo delle carte che si posseggono e di conseguenza ogni creatura nemica generata potrebbe rappresentare la vostra “Fine del mondo”, il classico nemico impossibile da sconfiggere. Per fare un esempio semplicissimo da comprendere, immaginate di possedere delle carte che infliggono danni di tipo “Fuoco” e di ritrovarvi in combattimento ad avere a che fare con delle creature che sono totalmente immuni a questo tipo di danno. Non esiste un modo per “aggirare l’ostacolo”, perché il gioco stesso non tiene conto di simili problematiche, continuando a mescolare ogni elemento (carte e creature nemiche) in maniera completamente casuale. Ecco dunque che il senso di frustrazione tende a crescere a dismisura, complice la già citata (e discutibile) scelta di distruggere alcune carte faticosamente guadagnate durante il corso dell’avventura.

La chance che un gioco merita

La volontà di Cardaclysm: Shards of the Four di voler comunque provare a proporre qualcosa di nuovo è evidente e deve essere in parte premiata. La generazione casuale, lo è fin troppo, e a questo dovrebbe essere posto rimedio al più presto. A livello grafico, l’impatto del titolo è assolutamente soddisfacente e le animazioni tridimensionali delle varie creature e di alcuni elementi degli scenari sono gradevoli alla vista. Senza dubbio un punto a favore di una produzione che – forse – non riuscirà a far registrare un successo simile a quello raggiunto dai classici giochi del genere dei card game, come Hearthstone di Blizzard, ma che merita una chance. Teniamo a sottolineare che abbiamo riscontrato una certa imprecisione nei movimenti del protagonista all’interno dei livelli, ma è un fattore che non pregiudica il divertimento sul lungo andare. Infine, bisogna precisare che il titolo non è al momento localizzato in italiano.

Cardaclysm Shards of the Four

7

Cardaclysm: Shard of the Four si presenta, in definitiva, come un originale card game misto ad alcuni elementi di esplorazione con visuale isometrica classici dei giochi di ruolo d’azione. Il comparto grafico è ben riuscito e la proceduralità dei mondi assicura una buona varietà. La qualità del gameplay è però minata da un’eccessiva “randomizzazione” degli eventi: le carte trovate, le caratteristiche che le contraddistinguono e le creature nemiche da affrontare sono generate in maniera talmente casuale da dar vita, talvolta, a dei gravi sbilanciamenti nelle sfide; a patto di voler superare questi difetti, si tratta di un titolo che merita senza dubbio almeno una possibilità.

Giuseppe Fragola
Dall'ormai lontano 1997 abbatto Draghi virtuali, salvo Principesse, mando in visibilio gli stadi di mezzo mondo a suon di gol e anniento avversari con ogni mezzo a disposizione (dagli hadouken alle spade infuocate). Non vedo ragione per smettere, quindi continuo!

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