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Captain Marvel – Recensione del nuovo film dell’universo cinematografico Marvel

Captain Marvel è l’ultimo nato in famiglia Marvel/Disney. Difficile disabituarsi a quello che si è vissuto nel passato – ovvero tre film per ogni eroe – e data l’imminente chiusura di un ciclo con il prossimo Avengers – Endgame alle porte, ecco che ci si ritrova ad andare “di corsa” per inserire un nuovo eroe nella ciurma degli ormai soliti noti (data l’evidente ecatombe del film precedente, Avengers – Infinity War).

Un eroe dal passato

Le vicende che si muovono in Captain Marvel sono complicate da spiegare senza fare spoiler. Ovviamente tutta la storia è ambientata nel passato, esattamente tra il 1989 e il 1995, e mentre nello spazio imperversano guerre galattiche, da noi imperversa Blockbuster e Windows è alla sua prima versione “decente”.

Captain Marvel

Giunta rocambolescamente sulla terra, Vers cerca in  tutti i modi di ricontattare i suoi amici Kree, la razza umanoide di cui pare far parte. Una volta giunta sul pianeta azzurro, la ragazza fa conoscenza con due rampanti agenti dello S.H.I.EL.D. ovvero l’agente Fury e il novellino Coulson; dopo un simpatico “chi sei tu?” e “chi sono io?” diciamo che l’aliena e i nostri beniamini si uniscono per sventare una minaccia giunta sulla Terra assieme a lei: i temibili alieni muta-forma Skrull, capaci di assumere le sembianze ed i ricordi di chiunque vedano (ma solo i ricordi recenti). Riusciranno i nostri eroi a sventare la minaccia o scopriranno che dietro al nemico si nasconde altro? Appuntamento al cinema dal 6 marzo per scoprirlo, per ora sappiate che sebbene la storia non presenti nulla di sconvolgente, chiarisce diversi quesiti rimasti in sospeso nell’ultimo decennio.

Captain Marvel

Facce vecchie e nuove

Samuel L. Jackson è come sempre un favoloso Nick Fury che non delude mai: sembrando davvero ringiovanito di venticinque anni, trasformista come sempre, la più importante delle spie dell’universo Marvel è perfetta anche in quest’occasione. Anche Jude Law sembra immune al tempo che passa, e in quest’occasione lo vediamo con tute aderenti e mosse di arti marziali sempre pronte, segno che l’attore è in perfetta forma, interpretando la parte del Kree Yonn-Rogg in maniera esemplare, mostrando la disciplina militare che si confà al suo rango. Ben Mandelsohn nei panni dello Skrull Talos è poliedrico, incline sia alla malvagità sia alla battuta, davvero ottimo sulla scena. Brie Larson la vera protagonista della scena invece è deludente: per tutto il film sembra che dica “io non so chi sono, che ci faccio qui e perché tutti sembrano sapere cosa fare ed io no?”. Stranamente quindi, il punto debole della pellicola è la protagonista stessa, che non riesce a infondere nelle vene del personaggio la linfa vitale che le serviva, riducendo quello che poteva essere un ottimo personaggio femminile ad una parodia insicura e scimmiottante. Goose il gatto che viene a sua volta interpretato da quattro felini diversi per ogni occasione è ottimo, un personaggio di contorno che siamo certi diventerà un’ottima mascotte per questo ed i film a venire.

Capitano Meraviglia? Non proprio

Infilare un racconto complesso come quello di Captain Marvel, seppur rivisitato ed adattato in due ore e poco più di film, non è un impresa facile. Vero, ma ci chiediamo: ce n’era davvero bisogno? Sarà davvero così determinante questo personaggio di cui, diciamocelo, potevamo fare benissimo a meno nel prossimo film? Captain Marvel difficilmente vi resterà nei cuori, e se lo farà, sarà solo perché brilla della luce riflessa di Avengers – Infnity War e dell’attesissimo Endgame. Intendiamoci, il film da solo non è né brutto né banale, ma di certo nemmeno da esaltare. Avrebbe venduto milioni di biglietti anche un film con protagonista “Zio Paperone” se fosse stato a cavallo tra i due colossi sopra citati e anche solo minimamente collegato con quei due. Merita dunque una visione o è un film “filler”, ovvero riempitivo? Si, una visione la merita, ma se entraste in sala ad Aprile per godervi Endgame senza aver visto questo, vi sarete persi poco o niente ai fini del gioco, ovvero questo film non sposta nulla a livello di trama generale, semplicemente inserisce un eroe di cui non si sentiva il bisogno o che, per lo meno, non ha fatto nulla di particolare o di diverso per meritare tale spazio e risonanza.

Captain Marvel

6

Con una protagonista a dir poco sotto tono, Captain Marvel è un film del quale si poteva fare benissimo a meno, e che vive esclusivamente della luce riflessa di Avengers - Infnity War e dell'attesissimo Endgame. La produzione in generale non si traduce come esaltante, anche se le performance degli attori comprimari non lo rendono né brutto né banale, peccato tuttavia per la protagonista interpretata da Brie Larson.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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