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Baywatch Recensione

E’ stato difficile buttare giù delle idee sui remake: devono rispettare delle aspettative, mantenere un collegamento col passato, adattarsi al presente. Insomma, non è facile farli i remake, figuriamoci capire se effettivamente vale la pena guardarli. Eppure questo 2017 sembra proprio che voglia sfornare soltanto episodi di saghe ormai perdute nel tempo, come se il pubblico chiedesse ciò. E magari hanno anche ragione. Il problema sostanziale è che parliamo di Baywatch. Non di una qualunque serie tv: stiamo menzionando i bagnini più fighi, coraggiosi, intelligenti dell’universo. Cose che CSI utilizza/utilizzava strumenti ad alta tecnologia, e a loro bastava una semplice occhiata per risolvere un enigma degno di Sherlock Holmes. Insomma, Baywatch è tornato, e lo ha fatto con The Rock, al secolo Dwayne Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario, Kelly Rohrbach, Ilfenesh Hadera, Priyanka Chopra e Jon Bass.

Se c’è una cosa che Baywatch ha sempre mostrato, con estremo coraggio e un pizzico di malizia, era un corpo di bagnini statuari, composto da ragazze formose e ragazzi palestrati. Se conoscete almeno i primi tre nomi del cast, già avete intuito come questo sia stato riportato, quasi alla lettera, in questo film. Eppure, come questo secolo ci ha insegnato, oramai il tabù del sesso è sdoganato, fare scene di ragazze che corrono in slow-mo (ci torneremo) è diventato troppo basilare: aspettatevi allora scene molto più spinte ed esplicite, con genitali all’aria aperta, battute eccessive e tante, tante, tante parolacce. Ma troppe. Insomma, un misto di scene capaci di posizionare il nostro tanto amato (si fa per dire) cinepanettone come una sorta di precursore culturale del genere. Naturalmente la scelta è voluta dal regista Seth Gordon (Come ammazzare il capo… e vivere felici), al punto che il messaggio è chiaro: spegnete il cervello e preparatevi a due ore di totale estremizzazione di tutto, naturalmente nel modo più esplicito possibile.

Se prendiamo la vecchia serie di Baywatch (escluse le due successive, Nights e Hawaii, di cui potremmo parlare per ore, ma ve lo evito), fin dal principio si capisce come un pizzico (eufemismo, ndr.) di trash sia stato inserito volutamente: d’altronde, guardiaspiaggia che risolvono casi di malavita, inseguimenti e salvataggi al cardiopalma, vi sfido a trovare un bagnino nel mare d’Italia che abbia almeno uno dei loro atteggiamenti. Eppure questo film esagera: inserisce troppe scene di nudo, troppe battute autoreferenziali e troppa volgarità. E se lo sto dicendo a ragion veduta, conscio di stare a parlare di un film che nei trailer si mostrava già esagerato, potete capire come questo sia davvero troppo.

Eppure, per chi come me è cresciuto con questa serie tv, le battute sul fatto che alcune ragazze riescano a correre a rallentatore mentre tutto il mondo continua a scorrere, gli sketch autoreferenziali che sfottono con un sorriso tutte le scene della vecchia serie, ma soprattutto i due camei dei mitici David Hasseloff e Pamela Anderson, riescono a strappare una risata malinconica, cosa che difficilmente può succedere a chi invece non ha mai assaggiato l’originale.

Il cast, già citato precedentemente, riesce a reggere questo peso: un The Rock che impersona un Mitch Buchannon carico ed energico e lo sbruffone Matt Brody di Zac Efron instaureranno subito un alchimia comica impressionante, dovuta anche alle continue battute che si fanno a vicenda. Neppure il resto del cast sfigura però intorno a due personaggi carismatici come questi, tant’è che ognuno di loro riesce ad essere caratterizzato e ben definito fin dal principio del film.

La pura demenzialità e decontestualizzazione di alcune battute, soprattutto tra Mitch e il poliziotto Ellerbee, assicurano risate per chi ama questa comicità alla 21st Jump Street, mentre le musiche, che passano dai The Chemical Brothers a Sean Paul, con perle di Lionel Richie e i Bee Gees, vi terranno sempre sulla cresta dell’onda. Naturalmente la Florida non rimane impassibile, mostrando panorami da urlo, un mare stupendo e delle spiagge meravigliose, che diventeranno il palco di scene d’azione adrenaliniche, divertenti e allo stesso tempo davvero ben gestite.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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