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As We See It – Recensione, vedere la vita da un’altra prospettiva

Solitamente quando per strada incontriamo delle persone affette da un disturbo relativo allo spettro autistico proviamo tante emozioni e sentimenti diversi, dai più semplici e banali, ai più complessi e profondi. Difficilmente però, a meno che certe realtà non ci riguardino personalmente, possiamo capire appieno la situazione che stanno vivendo, e la serie di cui parleremo oggi cercherà proprio di rimediare a questo. As We See It infatti cerca di porre gli occhi dello spettatore sulle difficoltà, i traguardi e le sensazioni che persone meno fortunate possono provare durante le loro giornate ed in generale nella loro vita, permettendoci di empatizzare con una realtà che altrimenti non sarebbe facile da comprendere, ma partiamo subito con la recensione.

Il mondo non è uguale per tutti

Iniziamo con il parlare dei personaggi di cui seguiamo le vicende: il fulcro di tutto è Mandy, una giovane ragazza americana che divide la propria vita tra il suo desiderio di entrare in un’università di medicina (più nello specifico, in una facoltà che le permetta di specializzarsi sul disturbo autistico), la sua vita privata, ed il suo impegno nei confronti di 3 ragazzi di 25 anni: Harrison, Jack e Violet. Mandy è una sorta di tutor supervisore nei loro confronti, passa del tempo in loro compagnia, li aiuta quando ne hanno bisogno, e prepara degli esercizi specifici per ognuno in modo tale da riuscire piano piano a maturare il loro rapporto con il resto del mondo e delle persone che lo abitano.

Come avrete già immaginato, tutti e 3 i ragazzi soffrono di un disturbo dello spettro autistico. Harrison è un giovane in sovrappeso che non riesce ad uscire facilmente di casa, spaventato dalle altre persone, dai rumori forti e in particolare dai cani. Jack invece è un po’ più indipendente, e geniale, riesce molto bene a memorizzare ed individuare schemi matematici, qualità che gli permette di eccellere nel suo lavoro. Purtroppo però questo si riflette anche nella sua difficoltà a relazionarsi con le altre persone, portandolo a risultare invasivo e inappropriato in alcune situazioni.

As We See It

Violet è l’unica ragazza del gruppo. Non riesce del tutto a inquadrare la propria vita, vivendo molto sui social idealizza un tipo di atteggiamento che non è il suo – e che in generale non è nemmeno del tutto sano – solo per sentirsi più “normale” e simile agli altri. Inoltre deve “combattere” anche con un fratello che, seppur con buone intenzioni, talvolta risulta iperprotettivo nei suoi confronti, non facendola sentire pienamente libera. Con la presentazione di loro quattro si apre As We See It, che li seguirà poi durante le loro giornate, nell’affrontare i piccoli – e talvolta anche enormi – problemi di tutti i giorni e nel maturare anche grazie ad essi.

Abbattere i pregiudizi con serietà

Viene abbastanza immediato il paragone con Atypical, che di recente è arrivato alla sua quarta stagione, e la cosa è un bene. Infatti, nonostante le evidenti differenze tra le due serie, come per esempio l’età di riferimento dei protagonisti, oppure il fatto che As We See It non si focalizzi su una singola persona o famiglia, ma bensì segua tutti i suoi personaggi equamente, le due condividono lo stesso modo di trattare l’argomento e di gestire la regia. Ovviamente questo non può far che piacere dal momento che in Atypical la qualità la fa da padrona ed è stato apprezzato anche per questo motivo.

Bisogna però fare un attimo una distinzione, infatti se la storia di Sam poteva essere seguita anche più distrattamente, vista anche la comicità di alcune scene che di tanto in tanto servivano ad alleggerire l’atmosfera, con As We See It non sarà così, la serie richiede attenzione da parte dello spettatore. Come forse si intuiva dal resto della recensione infatti, As We See It fa del realismo il suo punto di forza, ma questo può risultare talvolta pesante se non ci si approccia con il giusto mood al programma. E se da una parte questa scelta potrebbe far sì che la serie non sia proprio per tutti, dall’altro lato permette di trattare e far comprendere un argomento delicato come quello dei disturbi autistici con la giusta importanza e senza sminuirne nessun aspetto.

As We See It

Pensieri finali

As We See It è un’ottima serie che vuole e riesce a far empatizzare il suo pubblico con una realtà che, sebbene sia comune al giorno d’oggi, non tutti riescono a capire al meglio. Mettersi nei panni di Harrison, Jack e Violet permette di avere un punto di vista davvero dettagliato sulle emozioni e sentimenti provati da persone affette da determinati disturbi, e rende possibile immedesimarsi veramente nei problemi che devono affrontare ogni giorno anche solo per poter parlare con qualcuno o andare a prendere un caffè.

Ma non fa solo questo, la serie di Amazon Prime Video infatti permette di capire molto bene anche cosa stanno passando le persone intorno a loro, e quanto sia difficile avere a che fare con determinate situazioni limite che si vengono a creare spesso quotidianamente. Inoltre pone un accento molto negativo con invece tutti coloro che, pieni di pregiudizi e di arroganza, trattano i protagonisti con sufficienza e maleducazione, condannando senza tanti giri di parole certi comportamenti. As We See It è una serie che sicuramente vi ricorderete e che potrebbe far aprire gli occhi a molte persone su una situazione davvero vicina a molti di noi, e speriamo che la nostra recensione vi abbia incuriositi abbastanza da dare a questo prodotto una chance.

As We See It

8

As We See It è un'ottima serie che riesce a trattare un tema estremamente delicato e profondo senza scadere quasi mai nel banale o nei cliché. Fin da subito la regia e l'atmosfera che viene creata riesce a far empatizzare immediatamente con tutti i personaggi, sia i principali che quelli più secondari. Tutto il realismo che si riesce a creare può però risultare un po' pesante se non si decide di restare concentrati sulla visione, questa non è una serie che può essere vista di sfuggita.

Leonardo Mesce
Nasce nel 1997 e fin da piccolo ha una grande passione per l'informatica trasmessagli da suo padre. Ottiene la sua prima console a 4 anni e si innamorerà molto velocemente di quel mondo, ampliando poi i suoi interessi anche verso fumetti, film e serie tv. Grande appassionato del mondo Pokémon e The Legend of Zelda.

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