Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp – Recensione, un gradito ritorno

Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp è il remake dei due omonimi capitoli originali usciti su Game Boy Advance, ecco la nostra recensione!

Alessio Fuscà
Di Alessio Fuscà - Contributor Recensioni Lettura da 12 minuti
8.3
Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp

Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp è un remake che racchiude entrambi i capitoli della serie Advance Wars, giochi di strategia di stampo militare originariamente usciti su Game Boy Advance rispettivamente nel 2001 e 2003. Due titoli molto validi e ricordati con affetto da chi li ha giocati, pur se stranamente non in voga come ci si sarebbe aspettati per un gioco su una console così diffusa come il GBA. Il remake per Nintendo Switch sarà stato in grado di soddisfare le aspettative? Scopriamolo assieme in questa recensione.

Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp: il remake perfetto

Non giriamoci troppo attorno, Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp non ha praticamente nessuna falla come remake. Fa tutto quello che un’opera del genere dovrebbe fare, in primis ricreare il mood dei titoli originali (pur se con un comparto grafico nettamente superiore), andando a impreziosire l’esperienza di gioco. Gli Advance Wars sono sì giochi di strategia a tema militare, ma sono tutto tranne che seriosi. Il mood è molto scanzonato, i personaggi sono estremamente caricaturali e si pone come gioco adatto sia ai più piccoli sia ai più adulti, complice anche un doppio livello di difficoltà (Facile e Normale) che rende il gioco più accessibile dal punto di vista del gameplay. In fondo si tratta di giochi di strategia e, forse, potrebbe essere stato questo fattore a spaventare i possessori del GBA più casual. Se pensiamo in fondo che serie ora famosissime ovunque, come Fire Emblem, ci hanno messo anni per decollare in occidente, nel caso specifico grazie alle release per 3DS, non è difficile darsi la stessa spiegazione anche in questo caso.

Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp ha ovviamente come punto di forza principale il gameplay, il quale ha una struttura in perfetto stile easy to learn hard to master, quindi risulta facile capire tutte le meccaniche e le informazioni di base, ma potrebbe di contro non essere altrettanto semplice padroneggiarlo al meglio, a maggior ragione se consideriamo che è pur sempre un gioco di strategia. Il gameplay di Advance Wars si svolge all’interno di piccole mappe con vari tipi di elementi al loro interno, divisi in tre macro categorie: biomi, obiettivi e le unità che si muovono su entrambi.

I biomi sono di vario tipo (strada, pianura, montagna e così via) e influenzano il movimento delle unità sul campo di battaglia. Alcune si muovono più velocemente/lentamente a seconda del bioma incontrato nelle specifiche caselle (come il carro armato che avanza di molte caselle su strada ma di pochissime fuori da essa), ciò rende molto importante scegliere l’unità giusta per il contesto giusto, cercando il più possibile di non usare in determinati biomi le unità meno adatte per essi. Ci sono poi biomi inaccessibili se non per unità specifiche, come ad esempio il mare che richiede per forza o navi/sommergibili o aerei, da preservare per non ritrovarsi limitati in alcune mappe specifiche.

Advance Wars immagine gameplay 2

Scendendo nello specifico delle unità, esse hanno tutte delle statistiche e dei parametri in comune, come il numero massimo di caselle per avanzare (come se fossero pezzi degli scacchi) e il numero minimo e massimo di gittata per gli attacchi. Le unità dispongono anche di munizioni, carburante (che è praticamente la stamina) e soprattutto una peculiare barra dei “punti salute”. Usiamo le virgolette perché non funziona esattamente come una barra PS qualsiasi, essa determina anche la “forza” dell’unità. In realtà ogni unità è come se fosse suddivisa in più componenti e danneggiarla significa rimuovere parte di quei componenti, come un’unità di fanteria che perde dei soldati in battaglia (se a suo tempo avete letto la nostra recensione di Langrisser, sapete già di cosa parliamo). Danneggiare le unità quindi ne riduce anche la pericolosità offensiva e ciò aggiunge un livello di profondità notevole al gioco, in quanto per vincere in Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp sacrificare un’unità per danneggiarne un’altra assume un significato nettamente diverso rispetto al solito.

Ridurre un gruppo di carri armati a 1 di vita, per fare un esempio, rende di fatto quell’unità completamente innocua. L’ultimo fattore da considerare con le unità, per chiudere il cerchio, è che durante una battaglia l‘unità che subisce l’attacco risponde al fuoco nemico se possibile (come nel caso di due unità di carri armati) e chiaramente dopo aver preso danno il fuoco di risposta risulterà tanto indebolito tanto è stato il danno subito. La chiave strategica in questo caso risulta quindi far fare il primo attacco all’unità più forte contro quella nemica, così da massimizzare il danno iniziale e minimizzare quello subito da tutte le altre. Attaccare un’unità carro armato medio con una carro armato piccolo come primo attacco non è una grande idea, si farebbe poco danno e se ne riceverebbe uno enorme in risposta, mentre farlo dopo averlo danneggiato con un altro carro armato medio è sicuramente la scelta migliore.

Sorprendentemente però le unità più preziose in assoluto non sono quelle più potenti come quelle citate poco fa, bensì ad esserlo sono quelle di fanteria. Solo con quelle è possibile conquistare gli obiettivi, ossia strutture presenti all’interno del campo di battaglia che possono fungere da casa base per le proprie unità, ricaricandone punti salute, carburante e munizioni se iniziano il turno al loro interno. Gli obiettivi variano dalle città base a punti di creazione di nuove unità (fondamentali per la buona riuscita degli scontri a lungo termine) fino ai Quartier Generali detti QG che ricoprono un ruolo cruciale. In Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp infatti si vince in due modi: eliminando tutte le unità nemiche oppure conquistando il QG avversario, che a volte è la via più semplice per avere la meglio se il proprio avverasario riesce a sfornare unità su unità, o se non si riesce a sostenere uno scontro frontale a lungo termine.

Ogni obiettivo ha come dei punti salute a sua volta, e la conquista funziona in modo simile alla battaglia, con l’unità di fanteria che “attacca” l’obiettivo facendo un danno pari al numero di punti salute rimanenti dell’unità. Se l’unità viene eliminata o in generale lascia l’obiettivo bisogna ricominciare da capo la conquista. Diventa quindi importante dare priorità alla conquista territoriale degli obiettivi, per avere quante più basi possibili e poter di conseguenza guarire le proprie unità danneggiate. Il come eseguire tutte queste azioni è ovviamente spiegato direttamente nel gioco e a parole verrebbe molto più complicato di quello che è davvero, quindi per il “tutorial” effettivo il consiglio è quello di giocare direttamente Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp, in quanto è tutto spiegato alla perfezione.

Da segnalare anche la presenza delle Virtù, ossia delle abilità speciali dei personaggi che guidano la battaglia e che sono di vario tipo, dal guarire parzialmente tutte le unità e potenziarle per il turno in corso (abilità del protagonista principale) ad aumentare la gittata delle unità che colpiscono dalla distanza e così via. Apparentemente se ne potrebbe fare anche a meno, ma in Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp esiste anche il PvP, quindi avere le Virtù aiuta a rendere meno monotone le partite. Inoltre non si pone troppo il problema del bilanciamento, non è un gioco con un sistema di competitivo effettivo quindi lo si gioca per divertimento. In definitiva il gameplay di Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp è ottimo sotto praticamente tutti i punti di vista, con anche un livello di fluidità e polishing molto alto che non fa mai male in progetti simili. Il feeling del gioco arcade e rimasto invariato e soprattutto ci sono moltissime modalità di gioco che aggiungono varietà e longevità. Oltre alla Campagna, che racchiude quelle di entrambi i giochi, ce ne sono anche altre: la Battaglia, una sfida singola contro la CPU per fare il punteggio più alto possibile; l’Online per giocare con gli amici anche tramite connessione internet; la Sfida per giocare in locale con amici e CPU, e la Sala Grafica, che a nostro avviso è quella più interessante dato che permette di creare e condividere la propria mappa personalizzata. Una ricchezza e una qualità di contenuti che alza e non di poco il valore della produzione.

Il comparto tecnico di Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp

Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp dal punto di vista grafico è semplicemente ineccepibile, molto bello da vedere e straordinariamente solido dal punto di vista del polishing. Ogni piccolo dettaglio, animazione e feeling con i controlli (persino nei menu) è rifinito e impeccabile sotto ogni aspetto. Un remake molto bello da giocare ma anche molto bello da vedere, magari non graficamente ambizioso in quanto caricaturale e non tendente al realistico, però estremamente curato. Tanto di cappello al team di sviluppo per l’ottimo lavoro svolto.

 

In definitiva, Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp è da promuovere? Ovviamente sì, ma anche un po’ più del solito. Si tratta di un remake realizzato benissimo e la formula di gioco rimane molto solida, se vogliamo impreziosita proprio dall’essere un gioco per Nintendo Switch, in quanto si presta molto bene alla fruizione portatile e mordi e fuggi. Se ai tempi vi siete persi i due Advance Wars vi consigliamo di tenere in considerazione questo remake, uno dei migliori giochi per Nintendo Switch dell’ultimo periodo senza ombra di dubbio.

Advance Wars 1+2: Re-Boot Camp
8.3
Voto 8.3
Condividi l'articolo
Contributor
Sono un game designer di professione ma videogiocatore incallito nel cuore. Tra le mie altre attività, oltre quella da redattore, c'è anche quella di player competitivo nel circuito torneistico ufficiale di Pokémon, la cui serie è stata una dei motivi per i quali ho iniziato a videogiocare quasi 20 anni fa.