Negli ultimi giorni, dopo aver partecipato a diverse delle sessioni online programmate, ci siamo fatti alcune idee riguardanti Elden Ring: Nightreign, un titolo multigiocatore PvE collaborativo, che metterà i Senzaluce di fronte a una sfida molto particolare. Con il lancio del gioco previsto per il 30 maggio 2025, possiamo pensare che molte delle caratteristiche del titolo siano già assodate, e che quindi abbiamo provato una build quasi definitiva del gioco. Come per tutti i titoli in queste fasi, i test online saranno utili a FromSoftware proprio per tirare le somme e rendersi conto di come lavora il titolo, sia dal punto di vista dei server, sia del bilanciamento della difficoltà, oltre ad altri feedback generali. Cosa ne pensiamo noi? Ve ne parliamo in questo breve articolo con le nostre impressioni.
Che cos’è Elden Ring: Nightreign?
Per chi non ha ancora ben chiara l’identità del gioco, si tratta di un titolo che vedrà collaborare dei Senzaluce in spedizioni all’interno dell’Interregno. Uno degli aspetti base di Elden Ring Nightreign è la presenza di una mappa abbastanza grande dove i giocatori dovranno combattere, sopravvivere e potenziarsi. All’inizio tutta, nella sua interezza, sarà “sicura”, ma inizierà a restringersi col passare del tempo (un po’ come nei Battle Royale che avete conosciuto negli ultimi anni). A intervalli di tempo, alcune zone del mondo di gioco vengono avvolte da un’oscurità letale che diminuirà gradualmente la vitalità di chi ci finisce dentro, costringendo i giocatori a cercare rifugio in un’area sempre più ridotta.
L’azione di gioco risulta serrata, perché lo scopo principale non è soltanto sopravvivere, ma sarà essenziale salire di livello, trovare oggetti e un nuovo equipaggiamento, tutto per prepararci alla vera sfida: il boss finale. Dovremo ripetere questo meccanismo per 3 volte, quando alla fine affronteremo il boss finale, ovvero l’obiettivo della spedizione che abbiamo scelto nell’HUB. Il senso di urgenza è palpabile: se ci si rilassa troppo, si muore spesso, o se non si collabora al meglio coi compagni, si rischia di arrivare impreparati allo scontro decisivo. Per averla vinta, serve un equilibrio tra esplorazione, caccia al bottino e cooperazione. Sinceramente, soprattutto se ci riferiamo alle sue prime apparizioni, ci aspettavamo un titolo strutturato in modo differente, sia in senso positivo, sia in senso negativo.
HUB di gioco e classi
Elden Ring Nightreign propone quattro personaggi tra cui scegliere: due votati a uno stile di corpo a corpo differente (ma sempre con armi lente), uno a un combattimento più dinamico con armi rapide, e uno a chi predilige la magia. Si tratta di un numero sorprendentemente contenuto, soprattutto se comparato all’ampio ventaglio di build a cui FromSoftware ci ha abituati nel gioco base. La selezione iniziale di classi – ognuna con la propria arma base iconica – può apparire limitante, e in effetti lo è, almeno nelle prime battute. Ci sorprende soprattutto che non sia presente un personaggio che disponga di armi bianche corpo a corpo di velocità media, come spade corte, scimitarre o katane. La profondità del sistema di progressione e personalizzazione, tuttavia, non dipende unicamente dalla classe scelta, bensì dai loot che si recuperano in mappa e dai rituali che è possibile effettuare nell’hub.
Certo, il paragone diretto con Elden Ring potrebbe far storcere il naso a chi si aspetta la stessa libertà di movimento, build e sperimentazione: qui la struttura è molto più rigida e legata all’estrema brevità delle singole sessioni di gioco. La dotazione iniziale di ogni classe è pensata per fornire un approccio differente alla cooperazione e alla gestione delle risorse, ma gli sviluppatori sembrano puntare molto sulle armi e gli oggetti che si trovano in giro durante il match. È lì che nasce il vero “orientamento” del personaggio, dove ad esempio un guerriero inizialmente dotato di spadone, potrebbe di modificare l’approccio e puntare su archi o incantesimi, se recuperati. La versatilità non è enorme, ma sufficiente a creare un po’ di varietà.
Tra una spedizione e l’altra si fa ritorno all’HUB, un’area intermedia che ricorda molto la Tavola Rotonda del gioco base (e lo è, ma modificata in alcuni punti). Qui è possibile allenarsi per prendere confidenza con le diverse armi, con i poteri speciali dei personaggi, ma soprattutto effettuare rituali che consentono di equipaggiare gemme dai variegati poteri.
Le dinamiche cooperative
Un aspetto da non sottovalutare è il fattore cooperativo. Effettivamente, a meno che non si è dei fenomeni indiscussi, è difficile portare a termine una spedizione nei primi tentativi, e senza una tattica precisa. L’accento è posto particolarmente nel saper gestire il combattimento insieme agli altri Senzaluce. Dividersi i compiti è fondamentale, anche a causa del numero esiguo e limitato di cure a disposizione (che si ricaricano automaticamente in momenti tranquilli, o in prossimità dei punti di grazia), e al fatto che si muore molto facilmente (ma per fortuna possiamo essere rianimati… a suon di mazzate).
Quindi la comunicazione all’interno del team è fondamentale, e qui purtroppo emergono alcuni problemi quando ci si affida a match con sconosciuti. Se il team non collabora, se manca un canale di dialogo ben strutturato, o semplicemente se un giocatore abbandona la partita anzitempo, la sessione di gioco rischia di trasformarsi in un’esperienza confusa e frustrante.
C’è ancora da lavorare
È impossibile non menzionare alcune criticità emerse durante le prime ore di gioco. Il netcode non sembra ancora robusto: abbiamo riscontrato qualche latenza nelle animazioni, a dir poco fondamentali per il timing necessario contro i nemici e i boss, ma anche sporadici bug che hanno minato la fluidità di certe situazioni delicate. Non si tratta di problemi troppo graditi, soprattutto se si pensa a quanto all’effettivo stiamo parlando di un gioco “contenuto”.
Un altro elemento su cui forse si dovrebbe lavorare è la ripetitività di fondo delle zone e delle situazioni che si incontrano. È vero, Elden Ring Nightreign nasce per partite non troppo lunghe, quindi uno scenario troppo variegato finirebbe con l’essere dispersivo, ma un pizzico di varietà in più nei dungeon o nelle arene di combattimento, soprattutto a lungo termine, gioverebbe non poco. Altro piccolo neo, potrebbe essere la curva di apprendimento dei giocatori, che potrebbe rivelarsi abbastanza ripida.
Nonostante queste imperfezioni, è doveroso sottolineare che Elden Ring Nightreign ha un’idea di base molto interessante. Parliamo in fondo di una sorta di esperimento dove gli sviluppatori hanno immaginato di inserire le meccaniche GDR tipiche dei souls in un mondo cooperativo, e il compromesso ci sembra abbastanza adeguato. Non perfetto, ma un buon tentativo. Quanto meno possiamo dire che – forte anche del nome che porta alle spalle – si tratta di un esperimento molto coraggioso. La cosa importante da fare, è non approcciare a Nightreign come se si stesse approcciando al normale Elden Ring.
Alla fine, come sempre, la vera prova del fuoco si avrà con l’uscita, e col passare delle settimane in seguito ad essa, quando vedremo se gli sviluppatori saranno in grado di mantenere viva la community con aggiornamenti, nuovi contenuti e, soprattutto, con un codice di rete più stabile e funzionale. Nell’attesa, se avete la possibilità di radunare un gruppo di amici e siete affascinati dall’idea di un’avventura contro il tempo all’interno dell’interregno, Elden Ring Nightreign potrebbe essere la novità che fa per voi.
Le nostre prime impressioni quindi, per ora, sono perse nel limbo come i nostri guerrieri: siamo stuzzicati e impauriti, siamo persi e allo stesso tempo in un mondo a noi familiare, tra pattern e asset che conosciamo da tempo. Incrociamo le dita.