7’Scarlet Recensione: un viaggio romantico e misterioso

Un paese pieno di segreti, una banda di giovani amici e un fratello da ritrovare: cosa succede? Scopri di più nella nostra recensione di 7'Scarlet.

Sara Pandolfi
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Sara Pandolfi
Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande...
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Recensioni
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7'scarlet
7 Buono
7'Scarlet

Il mondo delle visual novel è caratterizzato, più che mai negli ultimi anni, dall’intreccio di generi e narrazioni: un esempio su tutti è in tal senso l’epocale Doki-Doki: Literature Club, che fonde la teen-story con l’horror, ma abbiamo anche altri importanti esempi in questo campo, come i lavori di Aksys Games. L’ultimo esponente di questa nota casa di sviluppo, che ha conquistato la fama nel suo settore proprio per i suoi progetti atipici ma ben gestiti, è 7’Scarlet, uscito tempo addietro su PC (Steam) ma in arrivo solo in questi giorni su console. La versione del gioco che vi andiamo a recensire è quella per Nintendo Switch, ma il titolo è disponibile anche per i cari vecchi possessori di PlayStation Vita.

Dove sei, fratello mio?

Inizieremo il gioco scegliendo il nome della nostra protagonista femminile, la quale verrà immediatamente catapultata in un’avventura davvero indimenticabile: la giovane, insieme ad un suo amico di infanzia, si recherà nel misterioso paese di Okunezato, un piccolo comune noto per essere sede di inquietanti sparizioni e fenomeni paranormali. La giovane si reca sul luogo con doppia curiosità in quanto, anni addietro, proprio presso questa località si sono perse le tracce dell’amato fratello.

Rapidamente, entreranno a far parte del nostro party altri protagonisti: in tutto, saranno 6 i protagonisti, 5 maschili e la nostra protagonista femminile, con i quali potremo interagire attraverso la scelta di dialoghi che potranno, man mano che avanzeremo nell’avventura, modificare le sorti della nostra ricerca.

Il titolo presenta una trama non particolarmente originale (di fratelli perduti ne abbiamo parlato abbondantemente anche in Emio: L’Uomo che Sorride) ma che, proseguendo, si fa sempre più intricata e strutturata: tutti i personaggi godono di effettivo risalto e di una caratterizzazione che si sviluppa in una maniera psicologicamente ragionata e mai banale, mentre sul lato del design emerge una caratterizzazione (forse volutamente) piuttosto blanda e poco appariscente.

7'Scarlet

Un cuore intrecciato tra tante possibilità

Uno degli aspetti più caratterizzanti di 7’Scarlet, come detto in apertura di recensione, riguarda il suo porre sul piatto della bilancia tematiche e strutture narrative diverse in contemporanea, facendolo anche con una certa fluidità e naturalezza: abbiamo, da una parte, la storia a tinte scure a cui risalire indizio dopo indizio, e dall’altra le fasi in cui ci si rapporta con il resto dei complessi personaggi, dando vita a legami e interazioni inedite.

L’intreccio tra i due volti del gioco funziona fin troppo bene: dicendo così, intendiamo soffermarci sul fatto che, a conti fatti, non c’è un aspetto che guidi l’altro né primeggi, portando ad avere due buone sezioni invece di un’unica sezione grandiosa. La sensazione, per certi versi, è quella di trovarsi di fronte ad un prodotto “indeciso” tra due sfere che con molta fatica si discostano l’una dall’altra.

Questo, d’altro canto, significa che il titolo presenta una buonissima varietà di accenti sulla narrazione e consente al giocatore di tenere alta la soglia dell’attenzione e la curiosità per tutta la durata dell’avventura, che stimiamo essere sulle 6 ore la prima volta, ma molto probabilmente avrete anche voglia di ritornare sull’avventura per scoprire anche gli altri finali disponibili.

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Una visual novel che non rivoluziona il genere

Parlando di una visual novel, ci sembra superfluo concentrarci sull’aspetto legato al gameplay: ad eccezione di brevi momenti in cui possiamo fare le nostre scelte, non abbiamo tantissime possibilità di rendere la nostra avventura maggiormente interattiva. Soffermandoci, invece, sul lato artistico, riscontriamo un intreccio (anche qui) interessante tra disegno in stile anime e l’utilizzo di immagini reali: nella sigla del progetto questo traspare in maniera originale e ben riuscito, mentre nel corso dell’avventura si susseguono artwork davvero belli da vedere che possiamo ammirare in una versione “pulita” grazie ad un’impostazione speciale.

Per quanto riguarda la colonna sonora, siamo di fronte ad un progetto che non si esalta né si piange addosso: siamo, sostanzialmente, nella media del genere. Facendo nuovamente riferimento ai comandi presenti, possiamo rileggere i dialoghi e addirittura togliere i baloon per fare posto alle immagini, ma abbiamo invece riscontrato spiacevoli difficoltà nella sezione dello skip, mentre la funzione “prosegui da solo” risulta fin troppo lenta. A completare il quadro, delle animazioni molto semplici e limitate per i personaggi (principali e non) che permettono all’artwork un maggiore e gradevole movimento.

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Buono 7
Voto 7
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Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande N.