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Nintendo: un arrivo al cinema in stile Marvel

Si sa che il mondo del cinema è una fonte di prestigio, guadagno e fama: tre cose che mamma Nintendo non disdegna di certo! Uno dei brand più famosi al mondo come la casa nipponica non potrebbe certo permettersi di non approdare al cinema con i suoi beniamini, dato che controlla forse il 50% delle mascotte più riconoscibili sulla faccia del pianeta in termini di gaming. A fare la storia ci anno pensato dei funghetti, dei gorilla e idraulici in salopette. Ma come si approccerebbe un brand del genere ad un mondo così vicino eppure tanto lontano? La risposta ce la da Adrian Askarieh, CEO di Prime Universe Films.

nintendo

“Il brand trascende la piattaforma: puoi dire Nintendo e per moltissime persone è sinonimo di videogiochi. Tutti, bambini e adulti, conoscono lo conoscono: è multi generazionale. Hanno molte proprietà fantastiche con le quali molti di noi sono cresciuti. Non usare questo fatto a proprio vantaggio sarebbe una pessima idea. Fu grande rischio che si prese la Marvel ma l’hanno corso e guarda ora dove si trovano: all’apice del mondo cinematografico.””

Giunge poi Roy Lee Co-fondatore di Vertigo Entertainment che dichiara:

“Questo è ciò che sta facendo Rovio con Angry Birds. È una produzione completamente interna con Sony che si occupa solo della distribuzione. Penso che se funziona per Rovio possa anche funzionare per altre compagnie video ludiche.”

Roy Lee ha sempre espresso la sua volontà di essere tra i pionieri di un lungometraggio nintendiano e se sommiamo le sue parole a quelle di Adrian Askarieh ci rendiamo conto che la mela non sta cadendo tanto lontano dall’albero. Probabilmente, la Marvel ha spianato la strada a tanti brand che potrebbero tornare o approdare da zero sul grande schermo, trovando un pubblico esigente si ma fondamentalmente consapevole. Non a caso la Fox ha pensato ad un film politicamente scorretto come Deadpool, film impensabile fino a cinque anni fa eppure ha convinto il pubblico.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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