Un comparto tecnico da spaccamascella, enormi ambientazioni in cui perdersi e innumerevoli ore di gioco pronte per essere macinate. Sono questi gli ingredienti con i quali un videogioco può vantarsi di quell’affascinante appellativo capace di sedurre il grande pubblico, Tripla A. Come facilmente immaginabile, però, tale “traguardo” può essere raggiunto solo da pochi eletti, titoli sviluppati all’interno d’enormi software house e sulle cui spalle grava il peso di un budget astronomico. Eppure, fortunatamente, la qualità di una produzione videoludica non viene decisa in base al denaro investitoci sopra, bensì dalle abilità del team stesso che, se sufficientemente motivato e capace, può portare alla luce perle dell’intrattenimento anche a fronte d’investimenti ben più contenuti. Di esempi ve ne sono a bizzeffe, e tra i tanti studi di sviluppo che negli anni sono riusciti a farsi un nome puntando solo sulle proprie abilità, figurano anche i talentuosi ragazzi di Vanillaware.
Correva l’anno 2013 quando la software house lanciò sul mercato la sua ultima opera – senza contare l’uscita di Odin Sphere Leifthrasir nel 2016 in una versione aggiornata e migliorata rispetto alla produzione originale –, quel Dragon’s Crown che contribuì ad ampliare con ancor più forza la fama della società, divenuta oramai agli occhi di moltissimi giocatori una piccola fabbrica delle meraviglie. Dopo un successo di tale portata, era chiaro che le aspettative dietro al prossimo progetto del team fossero già alle stelle ancor prima di una qualsivoglia comunicazione da parte degli sviluppatori, ma quando 13 Sentinels: Aegis Rim venne ufficialmente svelato nell’ormai lontano 2015, nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe stato necessario attendere ben altri cinque anni prima della release ufficiale. Inutile girarci tanto attorno, i lavori dietro al gioco sono stati tutt’altro che esenti da difficoltà, tra blocchi creativi, ritardi, e incidenti di percorso che hanno portato l’intero progetto a sparire per mesi e mesi senza lasciare alcuna traccia, ma Vanillaware non si è mai data per vinta e dopo l’uscita nipponica avvenuta l’anno scorso, la produzione è ora pronta ad approdare anche nei negozi occidentali… ma sarà valsa la pena attendere così tanto? Ebbene, dopo essere saliti a bordo del nostro mecha da combattimento e averle date di santa ragione ai dei pericolosissimi kaiju, siamo pronti a darvi il nostro responso finale.
Tredici personaggi in cerca d’autore
L’intera epopea targata Vanillaware è un tripudio di guizzi creativi e colpi di scena capaci di lasciare perennemente senza fiato
Parlarvi della sceneggiatura di 13 Sentinels: Aegis Rim è un compito tutt’altro che semplice, poiché farvi anche il più piccolo e insignificante spoiler sarebbe un peccato capitale vista l’importanza detenuta proprio da tutto il comparto narrativo, quindi in questa sede cercheremo di evitare qualsivoglia anticipazione potenzialmente capace di rovinarvi l’esperienza. Come intuibile dal nome, l’avventura ci porterà a vivere la storia di 13 ragazzi che, pur vivendo in epoche diverse (1945, 1985, 2025 e 2085), si ritroveranno loro malgrado a condividere un destino comune, ovvero utilizzare imponenti mecha da guerra – soprannominati Sentinelle – per affrontare i Deimos, mostri robotici pronti a invadere il pianeta e a distruggere qualsiasi cosa dovesse pararglisi innanzi. Partendo da questa premessa, si potrebbe quindi pensare che la storia di 13 Sentinels: Aegis Rim voglia seguire strade quantomeno prevedibili, ma fidatevi quando vi diciamo che la realtà dei fatti è completamente opposta, non solo poiché alla base di tutto troviamo il persistente concetto dei viaggi nel tempo e le conseguenze degli stessi ad adornare ogni aspetto dell’avventura, bensì anche poiché l’intera epopea targata Vanillaware è un tripudio di guizzi creativi e colpi di scena capaci di lasciare perennemente senza fiato. Fin dai primissimi istanti in-game, infatti, la sceneggiatura che sta alla base dell’opera si rivelerà come un intricatissimo puzzle che non perderà mai l’occasione di stupirvi e sono evidenti i rimandi o le sagaci strizzate d’occhio a opere cinematografiche e letterarie del panorama fantascientifico.
Avendo la piena libertà di scegliere come proseguire nella storia (ogni personaggio avrà in fatti una sua percentuale di completamento man mano che andremo approfondendo il suo punto di vista sui fatti narrati), le prime battute dell’opera appaiono a dir poco confuse, lì dove nulla sembrerà avere un senso logico. Giocando si viene infatti costantemente bombardati di nozioni e informazioni che paiono totalmente slegate le une dalle altre, ma quando si entra nel vivo dell’avventura ci si rende conto di come tutto sia in realtà armoniosamente collegato in un intreccio di vicende semplicemente maestoso. Più si gioca, più ogni dubbio viene magicamente meno, mentre le ipotesi inizialmente fatte per cercare di dar senso a quanto avvenuto innanzi ai nostri occhi perdono di significato per far spazio a tutto un altro modo di vedere agli eventi passati, presenti e futuri. Vuoi anche per una meticolosa scrittura dei dialoghi affiancata da un’attenta e riuscita caratterizzazione dei personaggi, l’opera è andata scorrendo con incredibile gusto dal prologo fino agli ultimi istanti di gioco, un susseguirsi d’eventi dove nulla è lasciato al caso e in cui – incredibilmente, aggiungeremmo noi – tutti i conti tornano perfettamente. Va detto che la confusione generata dall’iniziale afflusso costante d’informazioni, nuovi personaggi, collegamenti e spiegazioni, rischiano di demoralizzare qualche giocatore che potrebbe sentirsi un po’ in balia degli eventi anche per svariate ore, ma a chiunque dovesse cimentarsi con questa produzione consigliamo caldamente di non demordere e andare avanti; alla fine, tutti i nodi verranno al pettine.
Mecha vs Kaiju
13 Sentinels: Aegis Rim non è però solo un punta e clicca mescolato a una visual novel dove si parla tanto e si ascolta ancor di più, ma punta a tenere l’utente di turno incollato allo schermo anche tramite una ricca componente più spiccatamente ludica, per quanto comunque a dir poco originale. In tal senso, infatti, la produzione si caratterizza come un qualcosa di totalmente nuovo per i ragazzi di Vanillaware, i quali hanno deciso di dar forma a un’esperienza ibrida che, oltre alle sue peculiarità narrative, fa giocoforza su una componente strategica assai marcata. Tra uno spaccato e l’altro della vita dei protagonisti, infatti, verremo chiamati ad affrontare imponenti scontri a bordo dei nostri robot da guerra, il tutto all’interno di una stilizzata griglia virtuale dove la nostra squadra e i nemici alieni si daranno battaglia senza esclusione di colpi. La struttura alla base del tutto è quella di uno strategico in tempo reale dove, prima di ogni battaglia, potremo scegliere quali membri del gruppo mandare in campo e come equipaggiarli. Perno centrale dello scontro si riassume proprio nel trovare la formazione migliore con cui lanciarsi all’assalto, visto che ogni Sentinella avrà armi, caratteristiche e abilità ben differenziate. I vari robot utilizzabili si differenziano infatti per la generazione d’appartenenza, con la prima che ad esempio sarà più indirizzata sugli attacchi corpo a corpo o, ancora, con la quarta che grazie alla sua elevata mobilità sarà perfetta per attacchi veloci accompagnate da repentine fughe.
Una volta creata la nostra squadra – che potrà essere composta da un massimo di sei unità – verremo quindi trasportati sul campo di battaglia, dove il nostro compito sarà prevalentemente sempre lo stesso, evitare che le truppe avversarie distruggano uno specifico terminale posto sulla mappa, mentre l’agognata vittoria verrà raggiunta solo eliminando tutti i Deimos presenti o resistendo per due minuti. Ebbene sì, i combattimenti non dureranno più di due minuti e anzi, molto spesso faticherete a superare i sessanta secondi, ma non fatevi trarre in inganno, poiché gli scontri in realtà richiederanno molto più tempo. Visto l’elevato numero di nemici presenti su schermo – parliamo anche di migliaia d’avversari che vi attaccheranno tutti assieme – e considerando che nella maggior parte dei casi saremo completamente accerchiati, con attacchi che arriveranno da tutte le direzioni, il team ha ben pensato d’introdurre una pausa tattica che andrà attivandosi quando utilizzeremo i menù delle nostre Sentinelle per scegliere quale armamento utilizzare e dove attaccare, così da avere tutto il tempo necessario per capire quale strategia adottare e come muoverci. La componente tattica la fa infatti da padrone e sperare di attaccare alla cieca senza un piano vi porterà a un repentino game-over, merito anche della facilità con cui le Sentinelle possono essere eliminate.
Di base, ogni Sentinella avrà a disposizione quattro diverse mosse, ovvero l’Azione, con cui poter combattere, il Movimento, per spostarsi sulla mappa ed evitare i proiettili avversari, la Riparazione, con cui per l’appunto riparare un robot danneggiato – processo comunque molto rischioso visto che, durante il procedimento, chi guidava la suddetta Sentinella resterà “a piedi”, e quindi particolarmente esposto agli attacchi – e la Guardia, utile per recuperare i PE con cui utilizzare le armi più potenti. Visto che però ogni mossa richiederà anche un tempo di ricarica durante il quale non potremo muoverci, sarà di fondamentale importanza capire chi mandare all’attacco per primo e chi invece lasciare nelle retrovie in caso di necessità, in particolare a causa di unità avversarie che, seppur non particolarmente variegate, presenteranno caratteristiche molto differenti. A seconda dell’armamentario posseduto, ogni Sentinella sarà infatti più o meno indicata per un certo tipo di scontro, e non riuscire a sfruttare con intelligenza gli strumenti in vostro possesso renderà impossibile affrontare le ondate nemiche. In tal senso, il livello di difficoltà si è rivelato assai stimolante, soprattutto a partire dalla seconda metà di gioco, quando sul campo di battaglia inizieranno a venir disposte unità ancor più corazzate e letali, e non vi nascondiamo che in varie occasioni ci siamo ritrovati con le spalle al muro, costretti a dover ripetere lo scenario adottando una nuova strategia che potesse essere più funzionale per la battaglia in corso. Detto questo, dispiace quindi constatare come tutte le missioni a bordo delle Sentinelle richiedano solo di difendere un terminale – salvo un paio d’occasioni ben specifiche – con una ripetitività di fondo che, seppur molto mitigata per via della grande attenzione posta proprio sotto il profilo tattico, resta comunque percepibile.
Anche l’occhio vuole la sua parte
Ogni qualvolta che vinceremo una battaglia, riceveremo un punteggio e un certo rank in base a come ci saremo comportati, statistiche che determineranno anche i “punti esperienza” ottenuti e attraverso i quali potremo acquisire nuovi armamenti o potenziamenti per quelli già in nostro possesso, un ottimo modo per incentivare alla rigiocabilità delle missioni già completate. In questo contesto s’inserisce tra l’altro anche l’intrigante meccanica del neuroblocco: sostanzialmente, giocando potremo scegliere di continuare ad affrontare le varie missioni senza mai riposarci, opzione che ci permetterà d’ottenere punteggi finali ben più elevati del normale, ma visto che l’utilizzo delle Sentinelle richiederà un grande sforzo da parte dei rispettivi piloti, sarà necessario che questi riposino tra uno scontro e l’altro. Ludicamente parlando, ciò significa che spesso e volentieri metà della nostra squadra sarà totalmente fuorigioco per un’intera battaglia, un particolare che non solo incentiva a diversificare il quanto più possibile le squadre da mandare a combattere, ma contribuisce inoltre a impreziosire la componente tattica sfoggiata con orgoglio dal gioco. Certo, alla fin fine potreste semplicemente rinunciare al bonus e far riposare i vostri piloti prima dello scontro, ma credeteci quando vi diciamo che quell’esperienza extra vi sarà estremamente utile sul lungo periodo.
13 Sentinels: Aegis Rim è un vero e proprio quadro in movimento che i giocatori non dimenticheranno tanto facilmente
Da un punto di vista squisitamente tecnico, 13 Sentinels: Aegis Rim non tradisce il lascito delle precedenti produzioni targate Vanillaware, svelandosi ai nostri occhi come un vero e proprio quadro in movimento che i giocatori non dimenticheranno tanto facilmente. A fronte degli scontri, caratterizzati da una grafica spiccatamente minimalista (Sentinelle e avversari, di fatto, non saranno altro che indicatori luminosi sulla mappa), è durante le fasi narrative che l’opera mostra tutte le sue qualità visive. Ambientazioni e personaggi ricchi di dettagli, fondali stupefacenti, animazioni convincenti e un’attenzione per l’estetica capace di lasciare senza fiato sono i cavalli vincenti di un’opera che con i suoi scenari disegnati a mano e un sapiente utilizzo della palette cromatica ha saputo mostrarsi in una resa finale a dir poco invidiabile, come da tradizione per tutte le produzioni della software house. Non da meno si è rivelato essere il comparto audio, caratterizzato da una splendida colonna sonora ricca di tracce convincenti e da un doppiaggio giapponese perfetto in ogni sua sfumatura, fortunatamente affiancato da una localizzazione in italiano dei testi.